Se bastassero due parole per descrivere Romeo Anconetani potrebbero essere: vulcanico e simbolo. Una fucina di idee, infermabile e associato indissolubilmente a una delle piazze più calde d’Italia come Pisa. Il patron ha speso quasi una vita intera per i colori nerazzurri, portando i toscani in Serie A quattro volte tra il 1978 e il 1994. Oggi in città gli è dedicato lo stadio di casa “Arena Garibaldi-Romeo Anconetani” dove gioca ancora la squadra del suo cuore e per cui ha lottato per tanti anni.
Se pensiamo al calcio anni ’80 spesso associamo il Napoli di Maradona, l’Udinese di Zico o la Juve di Platini. Se pensiamo al Pisa il nome è uno e uno solo: Romeo Anconetani. Con l’imprenditore triestino al timone i nerazzurri nel 1982 hanno ritrovato la Serie A, che mancava in città dal 1969. Tanti i talenti passati in Toscana in quegli anni: da Wim Kieft a Klaus Beergreen fino a Dunga e un giovanissimo Diego Pablo Simeone.
“Passarono da qui grandi giocatori. – dice il figlio Adolfo ai microfoni di Gianlucadimarzio.com – Noi li scoprivamo, gli altri ce li compravano: Bergreen alla Roma per 7 miliardi, Kieft al Torino per 6”. Poi un piccolo retroscena su Simeone: “Lo prese che era ancora minorenne strappandolo al Verona. Una volta però era infortunato e invece di starsene a casa, andò in discoteca. Mio padre si sentì preso in giro e lo vendette al Siviglia”.
In un calcio d’altri tempi era difficile pensare o comunque intravedere stravolgimenti a stagione in corso con cambi di allenatore. Con Anconetani a Pisa però questo dato è totalmente smentito. Il Presidente veniva chiamato “ammazza allenatori”, anche perché parliamo di un personaggio che seguiva la sua squadra con grande passione. Tantissimi i volti noti da Vincenzo Guerini a Luigi Simoni, passando per Luis Vinicio e Ilario Castagner. Un altro grande nome passato da Pisa è Mircea Lucescu, in nerazzurro nella stagione 1990-1991 ed esonerato alla ventiquattresima giornata dopo una sconfitta contro l’Inter: “Mircea era un grande allenatore ma a Milano contro l’Inter perdemmo 6-3.”
Romeo Anconetani è stato più di un semplice “patron” ma un visionario. Infatti, il presidente pisano ha avuto per anni un sogno nel cassetto: fondere il Pisa e Livorno. Due società storicamente ostili e con una rivalità che fonda le sue radici nel medioevo e che secondo l’imprenditore poteva essere un grande bacino di utenza per un club di calcio che potesse competere con le grandi. “Il Pisorno” però non esisterà mai, ma secondo il nipote Matteo l’idea non era affatto malvagia: “Fu una delle poche cose che non andò in porto, ma ci aveva visto giusto anche lì. Per competere in vista di grandi risultati dovevano unirsi due città del genere.”
Dopo l’addio al Pisa nel 1994 ha una breve parentesi al Milan come consulente da un suo vecchio amico: Silvio Berlusconi. Un rapporto nato anni prima, quando nel 1986 l’attuale Presidente del Monza comprò la società rossonera: “Otto anni prima, quando Berlusconi comprò il Milan, chiamò Anconetani ad Arcore per farsi spiegare alcune situazioni. Una consulenza che non dimentico”.
La Fiorentina lo ha cercato nel 2022, ora Lo Celso sta vivendo una delle parentesi…
I retroscena sulla trattativa che ha portato Andrea Belotti al Benfica e lo scenario per…
L'asse tra Barcellona ed Inter con pochi colpi ha comunque fatto la storia del calciomercato,…
Mikel Arteta ha iniziato la sua carriera da professionista proprio nel PSG dopo essere cresciuto…
Doppietta pesantissima per Jacob Ondrejka alla prima partita da titolare con il Parma Jacob Ondrejka…
Molte delle pratiche che siamo abituati ad osservare nel calciomercato erano già state sperimentate da…