“Così l’Aspire ha creato il calcio in Qatar. Non saranno delle comparse”: i segreti raccontati dall’ex match analyst

“Così l’Aspire ha creato il calcio in Qatar. Non saranno delle comparse”: i segreti raccontati dall’ex match analyst

Prendete le strutture di un top club inglese e mettetele nel deserto del Qatar nei primi anni 2000. Tra la sabbia e le dune, un centro sportivo tra i migliori al mondo. Un sogno, no? Infatti si chiama Aspire. Aspire Academy, per l’esattezza. Ed è il vivaio futuristico che ha formato 18 dei 26 calciatori convocati dalla Nazionale qatariota per il Mondiale che inaugueranno oggi. Tutto è pronto. “E non aspettatevi che siano solo una comparsa”: parola di Joao Nuno Fonseca, che in Qatar ci ha lavorato per tre anni, dal 2014 al 2016, come match analyst della Aspire.

 


 

Fonseca, allenatore con un passato anche da vice in Ligue1 (al Nantes e al Reims), ha conosciuto i giocatori, i modelli e i segreti del calcio in Qatar. E ce li ha raccontati, in una diretta sul nostro canale Twitch, GDM_Live. “Il Qatar, vent’anni fa, non aveva una mentalità sportiva per stare all’apice. Allora lo sceicco ha investito grandi capitali – non solo nel calcio. L’intero progetto è incredibile: da non avere una cultura calcistica, sono passati ad avere una nazionale Campione d’Asia (nel 2019) e ora al Mondiale. Mi aspetto che diano del filo da torcere a tutti: non sottovalutiamoli, possono essere una bella sorpresa“.

 


From zero to hero: “Vi spiego i motivi del successo della Aspire”

Campioni continentali, dicevamo. From zero to hero, in meno di vent’anni. Ma in che modo? “La più grande idea è stata quella di portare tanti esperti, professionisti dell’high performance sport, in Qatar per costruire una cultura sportiva che fondesse i migliori aspetti di ogni nazione. Hanno ricevuto informazioni da menti spagnole, francesi, italiane, portoghesi, e così via. Sono riusciti a coniugare così tante visioni e hanno costruito qualcosa di interessante e vincente”.

Senza dimenticare un aspetto fondamentale: la fiducia nella strada intrapresa. In breve, trust the process. “Oggi i direttori e i presidenti dei club e delle federazioni vogliono vedere subito i risultati: il Qatar ha tracciato un cammino, investito, e ha creduto che il percorso fosse quello giusto. Passo dopo passo. Senza fretta. Il processo ha richiesto tempo: hanno avuto pazienza, e ora stanno raccogliendo quello che hanno seminato”. In sintesi: strutture, professionisti, visione e fiducia.

 


“Possesso palla e unione del gruppo: il gioco del Qatar di Sanchez”

L’Aspire per formare, la Nazionale per ottenere i risultati. Il percorso è lungo, lo stacco è breve. Per i giocatori più forti, ma anche per il coaching staff: “Il loro allenatore, Felix Sanchez, è cresciuto nella Masia, poi ha iniziato a lavorare in Aspire Academy. Da lì è passato alle nazionali giovanili e poi alla nazionale maggiore”. Come giocherà il suo Qatar? Fonseca – assistito dall’agenzia Wasserman – ce lo spiega: “A partire dall’Aspire abbiamo costruito questa filosofia di tenere il pallone per chiudere gli avversari nell’ultimo quarto di campo. Quindi credo che proveranno ad avere il possesso, e Sanchez adatterà questa filosofia generale alle caratteristiche specifiche dei giocatori”.

“Io ho lavorato con alcuni di loro: Meshaal Barsham, il portiere, Tarek Salman, difensore che con me giocava da mediano, Bassam Hisham, un centrale alla Ruben Dias per mentalità e stile di gioco. Poi anche Khalid Muneer, un centrocampista centrale da tenere d’occhio perché può giocare sia più offensivo che più difensivo”.

Il loro segreto è semplice: si conoscono alla perfezione. “Molti di loro giocano assieme da una decina di anni. L’Aspire ha insegnato loro a pensare e capire il gioco prima che l’azione si verifichi. Hanno delle stelle importanti – come Almoez Ali o Akram Afif – ma credo che l’arma vincente sarà il gruppo. Molte squadre si preparano al Mondiale nelle ultimissime settimane perché i giocatori sono impegnati nei top campionati, mentre i ragazzi di Sanchez hanno lavorato tantissimo negli ultimi mesi, perché il focus dell’intera nazione è su di loro“. Fare bene per collocare il Qatar sull’Atlante del pallone. Grazie a un calcio nato tra le dune del deserto, con gli investimenti dello sceicco.