Amarcord

Atalanta-Chelsea, destini incrociati: il filo che unisce Palladino e Maresca

Atalanta-Chelsea di Champions League metterà di fronte Raffaele Palladino ed Enzo Maresca dopo la parentesi alla Juve.

Tutto pronto per questa serata di Champions League, che vedrà in Lombardia due sfide affascinanti, entrambe tra due club italiani e due inglesi. Al “Meazza” andrà in scena Inter-Liverpool, mentre a Bergamo Atalanta-Chelsea. Quest’ultimo non è solo l’incrocio tra due squadre che stanno facendo molto bene in Europa, ma soprattutto l’incontro tra due allenatori che, dopo aver condiviso lo spogliatoio bianconero vent’anni fa, hanno intrapreso strade quasi opposte per ritrovarsi oggi su una delle ribalte europee più importanti. Raffaele Palladino da una parte, Enzo Maresca dall’altra.

Percorsi lontani, filosofie diverse. L’ascesa di Enzo Maresca infatti parte quasi subito oltreconfine. Dopo il ritiro e una brevissima parentesi da vice all’Ascoli, vola a Siviglia per affiancare Vincenzo Montella. È il primo vero contatto col calcio europeo di alto livello da allenatore, un’esperienza che gli apre poi le porte del West Ham sotto la guida di Manuel Pellegrini. Di fatto Maresca completa un apprendistato internazionale che lo porterà a catturare l’attenzione del Manchester City, che gli affida il gruppo U23.

Proprio a Manchester si consolida la sua idea di calcio: nel 2023 arriva la prima chiamata da allenatore di una prima squadra: il Parma. Dal club inglese porta con sé Adrien Bernabé, oggi affermato in Serie A: lo spagnolo di recente ha anche affermato di aver scelto l’Italia proprio per Maresca. L’esperienza in Emilia dura poco, ma è abbastanza per convincere Pep Guardiola a portarlo nel suo staff. È la svolta: un anno da secondo al City, poi il Leicester da primo allenatore, e infine nel 2024 la panchina del Chelsea.

Diversissimo il cammino di Raffaele Palladino, che dopo aver chiuso la carriera proprio a Monza, decide di ripartire dal vivaio brianzolo. Un anno con l’U19, giusto il tempo di far conoscere le sue idee, finché il condor Adriano Galliani non gli affida proprio la prima squadra. Palladino prende l’occasione di petto, salvando il club con una sorprendente tranquillità e conqustando l’anno dopo il miglior piazzamento del Monza in Serie A: un dodicesimo posto che, data la situazione del club post Palladino, vale come l’oro.

Il passo successivo è Firenze, dove vive un’esperienza complessivamente positiva: sesto posto, valido per la qualificazione in Conference e dimissioni subito dopo. Dopo l’esonero di Ivam Juric dall’Atalanta, firma un contratto con la Dea che lo legherà al club, al netto di colpi di scena, fino al 2027.

Raffaele Palladino, allenatore Fiorentina (imago)

Dalla Juve del 2000 alla Champions: il cerchio che riunisce Palladino e Maresca in Atalanta-Chelsea

Ma perché è così affascinante vedere oggi, Palladino e Maresca uno di fronte all’altro?

Prima di essere due tra gli allenatori più in voga del momento, sono stati compagni di squadra. Juventus 2003/04: l’anno dopo la finale di Champions persa ai rigori contro il Milan. In quella stagione Palladino viene promosso in prima squadra dall’u19 bianconero, Maresca invece è appena rientrato da un prestito al Piacenza. Due carriere che allora sembravano destinate a muoversi su binari paralleli, e invece eccoli qui due decenni dopo, a guidare l’Atalanta e il Chelsea in Champions League.

 

Mattia De Pascalis

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