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Da Bajrami a Zurkowski, le tante belle storie dell’Empoli di Andreazzoli

Nel cielo dell’Olimpico di Roma brillano i gioielli dell’Empoli. Luminosi, allegri e spensierati. Entusiasmo al potere, con tanta voglia di stupire. Oggi pomeriggio due su tutti: Nedim Bajrami e Szymon Zurkowski. Pepite. In un Empoli che continua a fare punti contro le big. Bestia nera delle grandi del campionato. Due vittorie in trasferta contro Juventus e Napoli, oggi sono stati raggiunti sul 3-3 al 93’ dalla Lazio. Chapeau.  


 

Bajrami, dall’idolo Zidane alla dieci dell’Empoli

Nadir é uno di quelli che con il pallone può fare quello che vuole. Palla tra i piedi e via a stupire. Dalla strada al campo del Grasshoppers, dove è cresciuto e ha iniziato a far vedere il suo valore. Qualità a bizzeffe, dribbling e faccia di chi è consapevole del suo talento. Il problema è stato troppo spesso il carattere: Andreazzoli lo sa e lo ha imparato a gestire. Anche se le panchine gli hanno fatto male “ho sofferto perché mi allenavo bene e non capivo. Ma ora mi sento importante”. Parola sua. Di uno che quando i pianeti sono allineati, in campo fa quello che vuole. Sono già 5 i gol segnati in campionato, con gli azzurri ne ha fatti sempre cinque ogni anno. Quest’anno ha 6 mesi per battere il suo record. Servirà continuità, quella che gli è sempre un po’ mancata per fare il salto di qualità. Tutto ciò sognando Zidane, l’idolo di una vita. Modello, esempio e fonte di ispirazione. Classe al potere.  


 

Macchine, corsa e il baseball. A casa Zurkowski comanda la fantasia

Tante passioni, una su tutte: il calcio. Il pallone nella sua vita comanda sempre, nonostante non sia l’unico sport seguito in famiglia. C’è infatti anche il baseball. Il suo fratello maggiore Arek è allenatore in Polonia e in lui ha sempre visto del potenziale. Campione polacco per tre anni di fila e un futuro assicurato. Ma il calcio glielo ha portato via. “Quando ha visto che avrei potuto avere fortuna con il pallone non ha più insistito”. E l’Empoli ringrazia. 

 

Zurkowski è infatti una delle stelle più luminose della squadra di Andreazzoli, finora ha già fatto 3 gol. Il primo allo scadere contro il Sassuolo, gli altri due con Genoa e Lazio. La sua è una storia di riscatto, di un ragazzo che a 16 anni voleva smettere e che a 19 firmava con la Fiorentina di Corvino. Il suo talento aveva fatto impazzire anche Paratici, ma poi lo presero i viola. Cinque milioni al Gornik Zabrze e dritto in Italia. Lui che ha la testa sulle spalle e gli occhi di chi ne ha passate tante. In passato aveva provato anche l’atletica leggera, facendo molto bene anche lì. Poi le passioni: le auto e le corse. Ma il pallone è sempre stato al primo posto. Ora corre in campo con l’Empoli e sogna in grande.  


 

Il terzo gol dell’Empoli all’Olimpico oggi pomeriggio lo ha fatto Federico Di Francesco. Nello stadio in cui il padre ha vinto uno scudetto nel 2001 da giocatore e in cui da allenatore ha portato i giallorossi in semifinale di Champions League contro il Liverpool quattro anni fa. Affari di famiglia. Oggi Federico ha fatto un gol che ha sapore di rinascita. È il numero 4 in Serie A dopo anni difficili in B con la Spal. Ora è tornato ai suoi livelli. Andreazzoli lo ha visto e lo sta premiando.

Lorenzo Cascini

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