Xavi è arrivato e con sé ha portato la rivoluzione. Tanto per ideologia quanto per necessità. Il Barcellona è tornato a puntare sui giovani e ne sta sfornando tanti quasi come ai bei tempi. È un segnale. Non ancora decisivo ma sicuramente un punto di svolta importante. Il progetto c’è, bisogna solo dargli tempo e modo di prendere forma. Di fronte al disastro della sciagurata gestione economica di Bartomeu alla società blaugrana non resta altro che ritornare alle origini, pescare nel vivaio e crescere in casa i propri talenti. Quando si dice fare di necessità virtù. In passato ci ha abituato bene, forse troppo: da Messi, a Iniesta, Puyol, Piqué e chi più ne ha più ne metta. Anche lo stesso Xavi viene dalla cantera e ora riproverà a fare, in un’altra veste, quello che ha fatto lui da giocatore. Partire dalle giovanili e diventare un punto fermo in prima squadra squadra. Fiducia, con licenza di sbagliare. Tanti sono i giovani lanciati dal Barça che si stanno piano piano affermando e se il buongiorno si vede dal mattino…
Ansu Fati – La meno scoperta di tutti i kid lanciati dal Barcellona nell’ultimo anno e mezzo, o meglio sicuramente il più noto. 19 anni e già la pesantissima maglia numero 10 sulle spalle, quella che è stata di Leo Messi e Ronaldinho. Mica male per un classe 2002. Ha una clausola rescissoria da un miliardo di euro e un contratto di cinque anni. La società crede in lui e ci ha sempre creduto, anche dopo i tanti infortuni: Ansu infatti è stato fermo a lungo a causa di quattro operazioni in sei mesi al ginocchio sinistro. Il tutto dopo la frattura di tibia e perone. Ora tornerà all’inizio del 2022. Xavi lo aspetta, non può farne a meno. Anche suo fratello Miguel gioca nel Barcellona (nei giovanissimi, è un classe 2012), mentre Braima, il più grande dei tre, gioca nel Vitoria Guimaraes b. Sono molto legati, ma Ansu è indubbiamente la stella. Anche loro padre Bori giocava a calcio ed è sempre stato un punto di riferimento per i figli. Questione di valori. Loro sono cresciuti a pane e pallone e ora Ansu è pronto a dimostrare che tutti i sacrifici fatti sono serviti. Il futuro è dalla sua, sara il campo a parlare.
Gavi – Talento che ha bruciato le tappe. 14 presenze in Liga, 6 in Champions League e una convocazione con la Spagna per le gare di qualificazione ai mondiali in Qatar. Classe 2004, spalle larghe e personalità di un veterano. Ha esordito in nazionale a San Siro contro l’Italia campione d’Europa in carica e ha scherzato con il nostro centrocampo. Luis Enrique ha parlato di giocatore “fuori dalla norma, che gioca come fosse nel cortile di casa sua”. Semplice, con calma e naturalezza. Quando lui nasceva Chiellini faceva l’esordio in nazionale. È nato a Los Palacios y Villafranca, cittadina di 38mila abitanti a 30km da Siviglia, che ha dato i natali anche a Jesus Navas e Fabian Ruiz. Terra di predestinati. Gavi ha stregato tutti, Xavi compreso. Percorso simile il loro da giocatori, anche se è sempre stato Iniesta il suo termine di paragone. Ma da solo, sempre dagli altri. Lui pensa solo al campo, come giusto che sia. Occhi vispi e decisi, sinistro raffinato e grande intensità. Così Gavi ha stupito tutti ed è solo l’inizio…
Pedri – Enfant prodige. Non esiste espressione per descrivere meglio il talento del Barça che sta frantumando record su record. L’ultimo 5 giorni fa: il centrocampista classe 2002 ha infatti stravinto il premio Kopa, come miglior giovane d’Europa. Ma non che servisse un trofeo a certificarlo. Personalità, classe e giocate da veterano. L’anno scorso tra campionato, Champions League, Europeo e Olimpiadi ha fatto più di 70 presenze. Senza mai accusare la stanchezza o abbassare la qualità delle prestazioni. Fenomenale. Il Barca lo comprò nel 2019 per 5 milioni di euro e ora se lo tiene stretto con una clausola da oltre un miliardo. Lui che è cresciuto giocando per strada a Tegueste, piccola cittadina vicino Tenerife, sognando di giocare con Messi. “Lo guardavo alla tv e lo usavo alla PlayStation, giocarci insieme è stato un privilegio unico”. E pensare che lui poteva andare al Real Madrid, se i blancos non lo avessero scartato in un provino finale di selezione. Il Barcellona ringrazia. Xavi pure.
Ezzalzouli Abdessamad – Chiamatelo pure Ez Abde, si girerà lo stesso. Classe 2001 è uno degli ultimi talenti lanciati dai blaugrana e nell’ultima giornata contro l’Osasuna ha trovato il primo gol in Liga della sua vita. Emozioni che non si scordano mai. Acquistato in estate dall’Hercules, Ez si è imposto subito tra i grandi. Senza timore, in punta di piedi ma dimostrando il suo valore. Assoluto. E a Xavi non è sfuggito. Corsa, dribbling e fantasia, gli serve solo tempo. Largo ai giovani.
Nico Gonzalez – Anche lui ha trovato la prima gioia tra i pro domenica contro l’Osasuna. Momento indimenticabile, ancora di più per uno come lui che a calcio proprio non voleva giocare. Ma come é possibile? Lui figlio e nipote d’arte. Gia, perché papà Fran ha vinto la Liga, Coppa del Rey e Supercoppa con il Depor dei miracoli, mentre lo zio Jose ha vinto una Coppa nazionale nel 1995. E la stoffa del predestinato Nicolas l’ha sempre avuta. “Diventerai più forte di tuo papà” gli dicevano. Anche se a lui il calcio non piaceva e forse se non ci fossero stati i suoi amici al campo avrebbe smesso. Menomale direi, scelta saggia quella di continuare visti i piedi che ha. “È il nuovo Busquets”. Lo hanno sempre detto tutti fin dalle giovanili. Ma lui pensa al campo. Ha stregato Koeman, ora se lo gode Xavi. L’allenatore restò impressionato da quel biondino della seconda squadra che giocava con così tanta personalità ed eleganza. Se ne è accorto anche il resto d’Europa, così il Barcellona é corso ai ripari: contratto di 5 anni e clausola da 500 milioni. Blindato. Lui é l’ultimo baby che, in una stagione dalle tante ombre, porta la luce in casa blaugrana. Tempo, fiducia e responsabilità. Il futuro gioca con loro e con il Barça. La rivoluzione é iniziata.
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