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L’incubo senza fine di Bojan: da gioiello a svincolato

Provate a prendere una delle sue ultime foto e soffermatevi sugli occhi. Raccontano tutto. Uno sguardo spento, malinconico, nostalgico. Adesso prendetene una di quindici anni fa. Capelli più lunghi e meno barba, certo. Ma soprattutto l’espressione di chi sta sognando a occhi aperti. Basterebbero due foto per descrivere la carriera di Bojan Krkic. Due istantanee che racchiudono quindici anni di vita. 

 

Da fenomeno della Masia a svincolato

 

Niente numeri, statistiche o dati. La storia di Bojan Krkic la conoscete. Chi se lo ricorda in Italia con le maglie di Roma e Milan, chi guardava i suoi video ai tempi del Barça. Doveva essere il migliore al mondo. Il predestinato per eccellenza, battezzato da Messi e tutto il mondo blaugrana come il wonderkid più grande di tutti. 

 

 


 

 

Riassumiamo in breve la sua carriera: dodici anni nel Barcellona (dal 1999 al 2011) tra Masia e prima squadra. Il tutto segnando gol su gol. Lui è un classe 1990, esordisce tra i grandi a 17 anni con Rijkaard seduto in panchina. Etichette pesanti, paragoni, soprannomi. Tipico di chi si candida per essere il migliore. La quotidianità per chi rompe record fin dall’adolescenza. Miglior realizzatore nella storia della Masia, più giovane nella storia della Champions League, più giovane marcatore de LaLiga e si potrebbe continuare ancora. Pressioni su pressioni, che se non sai gestire ti portano a fondo. 

 

Eppure Bojan sembrava non soffrire per nulla. Giocava spensierato, senza paura e divertendosi. La magia scompare quando lascia casa. Fuori dalla Catalogna è stato un altro giocatore. Spento, perso, intimorito. Nel 2011 passa alla Roma. 7 gol in 33 presenze, troppo poco per uno come lui. Da qui non si ritroverà più.

 

 


 

 

Milan, Ajax, Stoke City, Mainz, Alavés, ancora Stoke City, Montreal Impact e Vissel Kobe. Una discesa infinita che ha portato Bojan all’inferno. In questi ultimi giorni è arrivata la batosta definitiva: niente rinnovo con il club giapponese, adesso è svincolato. 

 

Il calcio è così, ti mangia se non sei pronto. E Bojan è stato sbranato da un mondo che lo ha travolto nel momento in cui ha lasciato casa. A Barcellona un predestinato, fuori dal Camp Nou una meteora senza anima. La domanda sorge spontanea: perché questo crollo?

 

Di sicuro c’è di mezzo la personalità e il carattere, ma anche tanti problemi psicologici: “Al Barcellona soffrivo di attacchi d’ansia” ha dichiarato al Guardian nel 2018. Diversi ostacoli nel corso della sua carriera, anche qualche attrito con Guardiola e Luis Enrique. “Non andrei mai a cena con loro, nemmeno a prendere un caffè” dichiarò a Catalunya Radio nel 2016. 

 

 


 

Inutile analizzare le cause del declino di uno dei più grandi “what if” della storia recente del calcio. Nel 2007 il Barça lo blindava in qualsiasi modo, oggi viene lasciato andare dal Vissel Kobe. Il calcio sa essere crudele.

Davide Masi

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