Addio Calcio: da Nakata a Victor Valdes, ecco i lavori più strani che fanno i calciatori dopo il ritiro. Ve li ricordate tutti?

Dopo il calcio hanno iniziato una nuova vita. C’è chi si è dato alla musica, chi alle corse e chi gestisce l’attività di famiglia. Storie di ex calciatori che hanno detto basta con le pressioni e con le abitudini del pallone e hanno scelto di ricominciare da zero.
HIDETOSHI NAKATA – Otto stagioni in Italia, grandi giocate e uno scudetto con la Roma di Capello. Perugia, Parma, Bologna e Fiorentina, le altre tappe della sua carriera. Poi a 29 la scelta di dire basta. “Avevo perso la passione”. Oggi Hide è il Ceo di un’azienda che commercializza Sakè, una bevanda ottenuta dalla fermentazione del riso. Ma non solo: subito dopo il ritiro si è messo lo zaino in spalla e ha cominciato a viaggiare. Cambogia, Vietnam, Giordania e Oman, fino ai campi di rifugiati in Iraq. “Se si viaggiasse di più ci sarebbero meno pregiudizi. Io ho voglia di scoprire il mondo”. Parole sante. Lui che in Italia stupiva per le sue qualità e che regalò mezzo scudetto alla Roma con quel gol contro la Juve al Delle Alpi. È rimasto molto legato al nostro paese ed è rimasto affascinato dal buon cibo, l’architettura e dalla moda. Ma Hide è sempre stato un personaggio, antidivo per eccellenza. A Roma durante la festa scudetto i compagni lo trovarono in un angolo dello spogliatoio che leggeva un libro. “Mi ero annoiato dopo un po’ e volevo tornare a casa”, racconterà poi. E andrà via accompagnato da un pompiere: maglia per un passaggio fino a casa. Affare fatto. Oggi viaggia, gira il mondo e non usa i social. È il solito Nakata, sempre con un libro e una valigia in mano e con gli occhi aperti verso nuove esperienze.

ANDREJ ARSHAVIN – Genio e sregolatezza in tutto e per tutto. Il suo è uno di quei nomi scritti in maiuscolo quando si parla di talento sprecato e di quello che poteva essere ma non è stato. Lampi di alta classe, ma troppo poco per uno con il suo piede. Oggi Arshavin ha detto basta con il calcio: si dedica alla moda, da sempre sue grande passione. Disegna capi di abbigliamento femminile ed é molto apprezzato in Russia. Sembra aver messo la testa apposto dopo le bravate fatte da calciatore: nel 2018 venne fermato dalla polizia per aver rubato un cavallo con cui era scappato ubriaco da uno strip club. Una notte da leoni, una delle tante fatte durante la carriera. Rimpianto.
FAUSTINO ASPRILLA – In campo é stato una stella del Parma degli anni 90, fuori non ha mai smesso di far parlare di se. Una testa matta, niente da aggiungere. Follie, fughe, ritardi continui. Come quella volta, quando vestiva la maglia del Newcastle, che si presentò in spogliatoio dieci minuti prima dell’inizio della partita contro il Barcellona. Il motivo? “Ero a fare sesso con una delle mie fidanzate inglesi”. Completamente matto. Però poi scese in campo e fece tripletta contro i blaugrana. Oggi Asprilla produce preservativi. Ha fondato la “Tino Condones” e lancia slogan divertenti per attirare i clienti. L’ultimo durante la pandemia: “Regalo preservativi, non è una gran cosa fare figli in questo momento e poi… non posso mica usarli tutti io”. Personaggio in tutto e per tutto, incubo di allenatori e difensori e oggi imprenditore.
VICTOR VALDES – Portiere atipico su tutta la linea. Titolare in un Barca che ha vinto tutto: sei volte la Liga, tre Champions League e chi più ne ha più ne metta. Vanta anche cinquecento e passa partite con i blaugrana, oltre a un mondiale e un europeo vinti alle spalle di Casillas. Venne cacciato dal Manchester United perché si rifiutò di giocare con l’Under 23 e ha chiuso la carriera nel Middlesbrough. Poi dopo un’esperienza da allenatore delle giovanili ha detto basta col calcio. È sparito dai social e ha deciso di ricominciare da zero. Ha scritto un libro, chiamato “Metodo V”, in cui insegna al lettore come gestire la pressione. Grande amante della cultura, studia molto e ha sempre in mente nuove idee. L’ultima? La creazione di un applicazione di incontri “Hola” realizzata in collaborazione con l’università di Barcellona. Insomma si è sempre dato da fare. A suo modo. Atipico come lo è sempre stato in carriera.

GAZKA MENDIETA – Meteora in Italia, fenomeno in Spagna, Dj professionista oggi. Questo il riassunto della carriera e della vita di Mendieta. Lui che venne preso dalla Lazio per 90 miliardi di lire con il compito di non far rimpiangere Nedved appena andato alla Juventus. Missione fallita. Fu il quinto più pagato della storia del calcio italiano. Dopo appena un anno tornerà in Spagna. Poi Middlesbrough e Premier League. Qui una volta appesi gli scarpini al chiodo ha iniziato a suonare nei club. Cuffie in testa e mani sui piatti, questa la sua nuova vita fuori dal calcio. Ma non solo: é infatti anche proprietario di vari negozi a Londra, dove vive con la famiglia. In Inghilterra ha trovato la sua dimensione, dal business ai locali. Un tempo faceva ballare le difese in campo, oggi fa ballare i festival internazionali di musica. Sliding doors, capacità di reinventarsi e ripartire.
TIM WEISE – Il suo nome è Tim Weise, ma potreste conoscerlo anche come “The Machine”, il suo nome da Wrestler. Infatti dopo una lunga carriera in Bundesliga l’ex portiere si è dato alla WWE. Ora ha smesso anche in quel campo, ma la scelta è stata singolare e ha fatto sorridere molti, nonché avvicinare tanti tedeschi che da sempre sono stati un po’ restii nei confronti della disciplina. L’ambizione lo ha spinto sempre in carriera, e lo ha continuato a fare anche quando Tim con il calcio ha detto basta.
LUCAS CASTROMAN – Eroe biancoceleste per aver segnato il gol del pareggio a tempo scaduto in un derby nell’aprile del 2001. Dopo le esperienze con Lazio e Udinese, Lucas è tornato in Argentina prima di dire stop al calcio giocato. E da li ha cambiato vita. Castroman infatti lavora con il padre a Lujàn, la sua città natale e gestisce il negozio di famiglia che vende santini. Lui, che é il più grande di quattro fratelli si continua a dar da fare per la famiglia, soprattutto in un momento in cui suo padre è stato poco bene. Questione di valori. Il calcio gli manca, ha provato un’esperienza da allenatore in seconda e ogni tanto gioca a padel con gli amici. “Non mi è mai piaciuto correre, figuriamoci ora”. Oggi Lucas si muove nel suo negozio con la sua famiglia intorno.

FABIEN BARTHEZ – Una vita con i guanti quella di Barthez. Da quelli da portiere con cui ha vinto di tutto e di più in carriera, a quelli da pilota automobilistico. Fabien infatti ora corre e vince anche in macchina. E che macchina. Una Ferrari 428 Italia. Proprio quella stessa Italia che gli tolse il sogno di vincere il secondo mondiale della sua vita. Ha vinto la Gt francese nel 2013 e ha realizzato il sogno di correre alla 24 ore di Le Mans. Ha anche creato un suo team, “Panis-Barthez Competion” in sinergia con l’ex pilota di formula 1 Olivier Panis. Ha dichiarato di avere più pressione in pista che sulla riga di porta. “Ho fatto il portiere per vent’anni, è ovvio che ho più pressione qui dove ho meno esperienza”. Firmato da un campione d’Europa e del Mondo, che ha scelto di iniziare una nuova vita e di calarsi al cento per cento in una nuova sfida. E ci sta riuscendo. Inseguire i propri sogni, sempre. La strada è quella giusta. Al volante, Fabien Barthez.
JOHN CAREW – Meteora alla Roma, si è ritrovato all’Aston Villa. Tutto questo prima di darsi al cinema. Nel mezzo una trattativa con l’Inter sfumata per “incompatibilità atletiche del giocatore dopo le visite”. L’attaccante norvegese ha scelto la strada del cinema per cambiare vita. Basta calcio, John chiude una porta e ne apre un’altra tutta nuova. Ha recitato in “Dead of Winter” e nel film norvegese Høvdinger. In passato ha paragonato il suo modo di recitare a una via di mezzo tra The Rock e Will Smith. Modesto, come sempre. Nuovo ruolo, vecchie abitudini. Good luck John.