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Il Catania è di Tacopina nel giorno del compleanno del presidente Massimino

La firma sul preliminare, le prime parole e l’entusiasmo, poi tra poche settimane il closing. Ma da oggi Joe Tacopina è il nuovo proprietario del Catania Calcio. Proprio il 16 gennaio, giorno che occupa un posto speciale nel cuore di tutti i tifosi del Catania.

 


 

Oggi avrebbe compiuto gli anni l’indimenticato presidente Angelo Massimino. Il focoso, pittoresco e generoso “Angileddu”, l’uomo che per 30 anni ha scritto la storia del Catania Calcio. Patron di un calcio che non c’è più, fatto di eccessi e di folclore, di amore viscerale e passione sempre e solo con i colori rossazzurri nel cuore.

Protagonista della settimana forse più folle che il calciomercato conosce. “C’era una volta un presidente e il suo allenatore sulle spiagge di Copacabana…” Sembra l’incipit di un film – e per alcuni versi lo è stato – in realtà è la storia vera dell’estate del 1983, quando Angelo Massimino e Gianni Di Marzio partirono alla volta del Brasile per fare mercato.

 


 

Complice lo spareggio per la promozione in Serie A, il Catania ebbe una deroga: una settimana in più delle altre squadre per comprare gioatori all’estero. Prendere o lasciare. Non se lo fecero ripetere due volte e partirono con il primo volo per il Brasile. Ad attenderli un agente italiano che vive lì, si chiama Rossellini. Tenete sempre a mente la sceneggiatura di un film, vi tornerà utile. 

Di Marzio e Massimino in pochi giorni vedono partite e videocassette, hanno poco tempo e non vogliono tornare in Italia a mani vuote. Trattano Serginho (in foto sotto) e Idisoro, ma non ci sono i tempi tecnici per chiudere l’operazione. Puntano Walter Casagrande, ma vederlo in discoteca bere e fumare li fece desistere – e chissà se Rozzi qualche anno dopo lo seppe mai). 

 


 

Alla fine decisero di acquistare uno sconosciuto ma talentuoso Luvanor, che però in Italia si trasformò in una delle meteore di quegli anni di calciomercato, e Pedrinho. Il fluidificante dal capello riccio e biondo fu un vero e proprio colpo per l’epoca. Convocato per i Mondiali di Spagna ’82, era una delle stelle del Vasco da Gama campione del Brasile. Fu una trattativa complicata che ebbe anche dei momenti esilaranti. Come quello vissuto in una stanza del famoso “Copacabana Palace” di Rio. 

Da una parte Pedrinho, e l’agente Rossellini. Dall’altra Gianni Di Marzio e Angelo Massimino. Nel mezzo il pranzo, servito direttamente in camera per “colpa” proprio del presidente. “Non guardarlo, fai finta di niente”. Il presidente era diabetico e doveva farsi una puntura prima dei pasti. Pedrinho però non ascoltò il consiglio di Di Marzio e vide tutta la scena. 

 


 

Colpa o no, sicuramente la scena non aiutò la positiva conclusione della trattativa. Pedrinho in un primo momento rifiutò il Catania, salvo poi ripensarci qualche giorno dopo. Il Vasco era in piena contestazione e la Serie A era il campionato più bello del mondo. Ci mise poco a prendere il volo per Fontanarossa così come a far innamorare il Cibali per i tre anni successivi. 

 

 

Marco Juric

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