François Modesto è il nuovo direttore tecnico della Juventus: le migliori scoperte e plusvalenze del francese tra Olympiakos, Nottingham e Monza.
Dalla Corsica alla Continassa, passando per Atene, Nottingham e Monza. Il percorso di François Modesto, appena nominato nuovo direttore tecnico della Juventus, è quello di un dirigente solido ed estremamente efficace. Ex difensore con un passato in Italia tra Cagliari e Modena, Modesto ha saputo subito reinventarsi dietro la scrivania.
Negli ultimi anni si è affermato come uno dei talent scout più preparati d’Europa, capace di valorizzare giovani calciatori, rilanciare profili in cerca di riscatto e generare plusvalenze da manuale. La Juventus ha puntato su di lui per provare ad avviare un nuovo ciclo sostenibile.
Il lavoro di Modesto come uomo mercato prende forma soprattutto in Grecia, dove all’Olympiacos riesce a trasformare un club storicamente dominante in patria in una macchina da plusvalenze. Sua è la scoperta di Kostas Tsimikas, terzino prelevato da giovane per meno di un milione di euro e venduto al Liverpool per 17 milioni. Sempre ad Atene arriva Daniel Podence, rilanciato dopo una stagione difficile, e ceduto in Premier per circa 20 milioni. E anche José Sà, portiere portoghese pagato poco più di due milioni, oggi titolare al Wolverhampton.
Anche a Nottingham, pur in un contesto diverso, Modesto lascia il segno: è durante il suo periodo in Inghilterra che Matty cash viene valorizzato diventando poi un titolare all’Aston Villa con una cessione da 16 milioni di sterline. Brice Samba, dopo una parentesi in Ligue 1 in cui trovava poco spazio, si impone come uno dei migliori estremi difensori della Championship, e viene rivenduto al Lens. Menzione d’onore per Brennan Johnson, talento del vivaio venduto definitivamente al Tottenham per ben 55 milioni di euro.
Il lavoro a Monza è il più recente, e forse anche il più eloquente. Modesto porta Carlos Augusto dal Brasile al Monza in B per 3,5 milioni: pochi anni dopo l’esterno sinistro gioca titolare nell’Inter campione d’Italia. Fa lo stesso con Di Gregorio, riscattato a cifre contenute dai nerazzurri e rivenduto alla Juventus per 18 milioni. Valorizza Colpani, Bondo, e rilancia Daniel Maldini, tutti trasformati in asset di mercato.
Inoltre, c’è anche l’intuizione non scontata di puntare su Raffaele Palladino in panchina, un azzardo, ma pur sempre una scommessa vinta. Dopo Giuntoli, adesso spetta a lui provare a costruire un futuro solido per i bianconeri.
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