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“Malformazione ai denti”. Cissokho-Milan e la scusa per la marcia indietro

Come giustificare una clamorosa marcia indietro? Ogni scusa è buona, avrà pensato il Milan nel 2009 per dire al Porto che Aly Cissokho sarebbe dovuto tornare in Portogallo senza nemmeno una maglia rossonera in regalo. In quella estate i rossoneri stanno allestendo la squadra da mettere a disposizione di Leonardo che raccolse la pesante eredità di Carlo Ancelotti.

 


Servono due rinforzi: un attaccante e un esterno sinistro. Per quest’ultimo ruolo il primo nome è quello di Cissokho, reduce da sei mesi al Porto dove aveva ben figurato sia in campionato che in Champions League. La trattativa tra i portoghesi e il Milan viaggia spedita, tanto che Cissokho arriva in Italia per svolgere le visite mediche che supera regolarmente, senza nessun imprevisto. Almeno, all’apparenza.

Il passo successivo è quello di accompagnare Cissokho a Milanello per l’allenamento, ma Galliani, improvvisamente, stoppa tutto. “C’è un problema…le visite mediche“. Il ragazzo non capisce, sta bene, e disperato si chiude in stanza aspettando nuove. Che arrivano, si, ma non sono buone: il Milan decide di tirarsi indietro per una questione economica. Berlusconi, infatti, non autorizzò né l’investimento su Cissokho, né su Edin Dzeko, attaccante del Wolfsburg bloccato da giorni.

 


 Un passo indietro che costrinse Galliani a scusarsi più volte con il presidente del Porto che non prese bene lo stop alla trattativa. Serviva, però, una scusa per annunciare il mancato approdo di Cissokho al Milan: “Malformazione ai denti“. Pare che Aly Cissokho abbia un problema all’arcata dentale che gli crea dei disturbi muscolari. Nulla di vero, tanto che qualche anno dopo il medico rossonero chiese scusa ai protagonisti della vicenda, ammettendo quanto l’alibi fosse a dir poco colorito.

 


Oggi Aly Cissokho, 33enne, è svincolato dopo un’esperienza di due anni in Turchia con la maglia dell’Antalyaspor. Una delle tante tappe della carriera del francese che in quella estate del 2009 venne acquistato dal Lione. L’Italia, però, non è più entrata nel suo destino. 

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