Buon compleanno Foggia! I ricordi di Roy e Kolyvanov: “Come non amare questa città”

Buon compleanno Foggia! I ricordi di Roy e Kolyvanov: “Come non amare questa città”

Se sullo sfondo c’è il campo con il derby pugliese nei play-off contro il Bari, per il Foggia oggi è un giorno dolce, vissuto anche con un po’ di malinconia. Ci sono 101 candeline da spegnere sulla torta di un 12 maggio che, da sempre, è cerchiato in rosso come le date importanti. Il compleanno del calcio foggiano, tanto per citare una diabolica combinazione di eventi, coincide con quello di Zdenek Zeman

 


credits foto: Federico Antonellis

Da qualche giorno, passeggiando per il centro storico di Foggia, ad aprire l’album dei ricordi sono arrivati due ex calciatori foggiani, protagonisti proprio dell’epopea zemaniana. Bryan Roy e Igor Kolyvanov, nelle valigie in partenza da Amsterdam e Mosca hanno messo tanta voglia di rituffarsi in una delle pagine più belle della loro carriera da calciatore. La società Calcio Foggia e l’Associazione “Rossoneri per sempre”, da tempo al lavoro su eventi per celebrare un centenario mortificato dagli effetti della pandemia, hanno scelto due tra i più indimenticati calciatori rossoneri.

 


Roy tra i primi affare di Raiola

Come fa a non essere importante per me questa città…” riflette Bryan Roy mentre mostra a sua figlia, nata a Foggia, i luoghi del suo matrimonio pugliese. Alla corte di Sdengo lo portò un procuratore che iniziava a fare affari sull’asse Italia-Olanda: “Si, posso dire di essere stato uno dei primi colpi messi a segno da Mino Raiola, che era il mio procuratore con Rob Jansen – ricorda Bryan Roy – Poi, sempre dall’Ajax, arrivarono in Italia altri suoi assistiti. Da Marciano Wink a Michel Kreek”. Le strade dei due procuratori, però, si divisero presto. Roy scelse Raiola e Jansen, a distanza di tanto tempo, gli svelò un piccolo segreto. “Anche l’Inter si interessò a me attraverso lui, ma io ormai ero già in Italia ed ero felice – spiega l’ex attaccante olandese – Anzi, se Zeman non fosse andato via dopo i Mondiali del 1994, da Foggia non me ne sarei mai andato“.

 


Kolyvanov e la leggenda della “partita di grano”

Kolyvanov ama la pasta al pomodoro. Gli manca tanto la cucina italiana e parla, con gusto, a tutti i tifosi che per strada gli si avvicinano per il rituale selfie. Con tutti ricorda la doppietta al Parma e i record di imbattibilità di Sebastiano Rossi frantumati a suon di gol. Che fosse lo Zaccheria o San Siro, Igor fu un incubo pure per il Milan invincibile di Fabio Capello: “Sono rimasto a Foggia anche in B dopo la retrocessione del 1994. Ci salvammo e dopo gli Europei del 1996, passai al Bologna. Chi fu il protagonista assoluto di quel trasferimento? Il compianto Sergio Buso. Era il secondo di Catuzzi nell’ultimo Foggia di A e quando lui per primo si trasferì in Emilia per fare l’assistente di Ulivieri, gli ripeteva continuamente che il Bologna avrebbe dovuto prendermi, e subito“.

 


credits foto: Federico Antonellis

 Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che, nel 1991, Casillo avrebbe pescato dalla Russia due tra i più talentuosi russi in circolazione. E, a proposito, Igor sfata anche una leggenda: “Dicevano che Casillo ci pagò con una partita di grano. Ma io so che in Russia di grano ne avevamo e ne abbiamo tanto – scherza Kolyvanov – perciò secondo me il presidente sborsò anche diversi quattrini per prenderci“.

 

Quando Roy e Kolyvanov entrano allo Zaccheria e calpestano il suolo, sembrano davvero due bambini felici. Di palleggiare, di scherzare e di “accusarsi reciprocamente” di essere il più forte. Orgogliosi di quello che è stato, danno pacche sulle spalle a chi c’è adesso. “Tranquilli, il grande Foggia tornerà“.  È il loro modo di dire “buon compleanno, Foggia“. Entusiasmo e occhio lucido. Ma il 12 maggio, da queste parti, è sempre così.

Di Antonio Di Donna