Amsterdam, 2003. Tom è un ragazzino del vivaio, Zlatan già una stella con gli occhi del mondo addosso. All’Ajax, i due hanno modo di conoscersi e frequentarsi. Il diciassettenne Tom, di cognome De Mul, scherza con il ventunenne Ibra. Sognano di diventare i migliori al mondo, lavorano sodo. Un anno dopo, Zlatan parte direzione Italia, per diventare un nuovo giocatore della Juventus. Tom invece inizia la sua carriera tra i grandi, con l’esordio e poi il primo prestito, al Vitesse.
Passa il tempo. Ibrahimovic diventa una macchina da gol, ancora più di prima. Juve, Inter, Barça, Milan, PSG, United, LA e ancora Milan. Tom, invece, il salto da campione lo sfiora soltanto. È un esterno destro di corsa e tecnica, promette bene. Il Siviglia ci punta forte, ma, un infortunio dopo l’altro, De Mul è costretto a fermarsi. Giovanissimo, a 26 anni, appende gli scarpini al chiodo. “Voglio restare nel mondo del calcio”. Non ha dubbi. E inizia il cammino da agente.
A dieci anni di distanza dal ritiro, la sua strada e quella di Zlatan, con cui ha col tempo perso i rapporti, si incroceranno di nuovo. De Mul, infatti, è il procuratore di Charles De Ketelaere, talento classe 2001 passato dal Bruges al Milan.
Tom allora chiama Ibra, come ai vecchi tempi. Si rimette in contatto attraverso amici comuni. Gli chiede di aiutare Charles nell’inserimento in squadra, di prenderlo sotto la sua ala per farlo crescere da campione. Una nuova missione per Zlatan, calciatore e ora mentore. Guida esperta di uno spogliatoio giovane.
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