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Il posacenere dei rinnovi e l’auto in regalo: i retroscena su Di Canio

Un posacenere può cambiare le sorti di una trattativa? Sì, se il protagonista in questione è Paolo Di Canio. Lo sanno bene i club del Regno Unito dove l’ex centrocampista ha giocato dal 1996 al 2004, diventando uno dei calciatori più amati del calcio inglese e lasciando un ottimo ricordo di sé soprattutto al West Ham dove, nel 2000, è stato insignito del titolo Hammer of the Year.

 


 

Di Canio approdò nel Regno Unito nel 1996, precisamente a Glasgow, in Scozia, dove vestì la maglia del Celtic. Sia in Scottish Premier League che in Inghilterra fece bene, motivo per il quale cercava alla fine di ogni campionato di strappare un rinnovo di contratto. Qui entrava il gioco Moreno Roggi, suo procuratore, e…il posacenere. Gli inglesi non amavano i fumatori, Roggi lo era. Al suo arrivo chiedeva sempre un posacenere: se lo portavano significava che la trattativa stava per andare in porto. Era il segno che le società fossero ben disposte a tener con sé Di Canio. 

 


Il Milan e il regalo a Roggi

Le avventure inglesi di Di Canio, però, sono state precedute da due stagioni al Milan. L’arrivo in rossonero risale all’estate 1994. Di Canio era reduce da un anno al Napoli, ma il suo cartellino era di proprietà della Juventus che non voleva più tenerlo. Mentre Roggi cercava la squadra giusta, Di Canio andò al Giglio per allenarsi e farsi trovare pronto alla prima chiamata.

Il primo a farsi avanti è Aldo Spinelli, allora presidente del Genoa. La destinazione, però, non era gradita al giocatore, ma per non risultare scortesi bisognava incontrare il presidente, molto attento su due caratteristiche: l’atteggiamento e l’aspetto.

 


 

L’incontro avvenne a Lavagna, sulla barca di Spinelli: Di Canio si presentò con un look stravagante e delle scarpe chiodate. Questo, però, non bastò a disincentivare Spinelli che, poco dopo l’incontrò, chiamò Roggi: “Sa, Di Canio mi ha fatto una bella impressione“. Salta il piano, motivo per il quale fu il giocatore a fare un passo indietro.

Di Canio tornò al Giglio, Roggi lavorava sottotraccia e trovò un accordo con Galliani. Il Milan era lì: tre anni di contratto, serviva solo la firma. Roggi parte destinazione Siena, lì dove era fissato l’appuntamento con Di Canio che, appena vide il contratto, rispose: “Un procuratore con un contratto così non si può presentare con una macchina del genere“. Roggi, infatti, aveva un auto di basso valore, mentre Di Canio un imponente Mercedes che regalò al suo procuratore. Quel cuore e quella generosità del giocatore, mostrata anche in campo.

Redazione

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