Retroscena

Dzeko-Milan, il primo approccio di una squadra di Serie A col bosniaco

Nel 2009 il Milan fu a un passo da Edin Dzeko ma il Wolfsburg bloccò l’intera trattativa rimandando l’arrivo del bosniaco in Serie A

Uno dei giocatori più rilevanti nel calciomercato degli ultimi anni è pronto a tornare in Serie A. Edin Dzeko è stato infatti uno dei giocatori più volte associati a squadre italiane, la prima addirittura 16 anni fa.

Nel 2009 il Milan sta vivendo un momento di profondi cambiamenti e l’impressione è che stia finendo un’era. In un colpo solo se ne vanno Kakà, Ancelotti e Paolo Maldini, e a distanza di tre anni i rossoneri non sono ancora riusciti a trovare un sostituto di Andrij Shevchenko, che nel frattempo è anche tornato.

L’esperimento di Ricardo Oliveira va male, la trattativa con Adebayor nel 2008 si arena e Alexandre Pato è ancora troppo giovane per sorreggere sulle sue spalle il peso di tutta la squadra.

In quell’estate però Adriano Galliani vuole risolvere la questione ed ha un solo pallino in testa. Un bosniaco che ha fatto impazzire i rossoneri nella stagione precedente in Coppa Uefa, che con i suoi 26 gol ha condotto il Wolfsburg alla conquista della Bundesliga e che gli ricorda tanto Marco Van Basten: è Edin Dzeko.

Adriano Galliani (imago)

La trattativa tra Dzeko e il Milan

L’attaccante ammicca dicendo di tifare da sempre i rossoneri e l’Amministratore Delegato del Milan, dopo aver acquistato Thiago Silva tenta il blitz a Sarajevo portando con sé anche una maglia di Ronaldinho, pur di convincere il giocatore.

Dzeko accetta subito la proposta del Milan, ma il Wolfsburg alza il muro. Le richieste superiori ai trenta milioni di euro frenano i rossoneri che faranno un passo indietro. Vireranno al termine del mercato sul cacciatore Klaas Jan Huntelaar.

Il club tedesco chiuderà la trattativa dicendo: “Non lo vendiamo neanche ai marziani“.

AI marziani magari no, ma agli sceicchi sì. Perché soltanto un anno più tardi Dzeko verrà ceduto per trentacinque milioni di euro al Manchester City, dando inizio al percorso che lo porterà a Milano un decennio più tardi, ma sull’altra sponda del naviglio.

Alessandro Lorenzi

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