Chissà quando lo racconterà ai suoi nipoti: “A 17 anni ho segnato la mia prima rete in prima squadra. Contro il Liverpool: erano i più forti di tutti”. Anche Louie Barry ha vissuto la magia e semplicità della FA Cup. La conosciamo bene: è la competizione più antica del mondo e tutti (proprio tutti) hanno possibilità di mettersi in mostra, con risultati sorprendenti. Non si deve nemmeno andare troppo lontano per scoprirlo: basta guardare le scorse partite. C’è chi entra nella storia solo per esserci arrivato (il Marine contro il Tottenham); c’è chi invece invece quasi sogna l’impresa, ma si arrende alla fine (lo Stockport, quarta categoria, che perde 1-0 con il West Ham solo a pochi minuti dal termine). Amatori e professionisti, giocatori esperti e nuovi. E quindi può capitare davvero di segnare a 17 anni, all’esordio, contro quei mostri sacri allenati da Klopp. Se poi lo fai con la maglia della tua squadra del cuore, è ancora più bello.
Per Barry, quel minuto 41 dell’8 gennaio 2021 è già diventato indimenticabile. Arriva un pallone da centrocampo, lui si inserisce, scatta, e buca Kelleher, pareggiando l’1-0 di Sadio Mané. Un gol da attaccante vero: corsa, potenza e sfondamento. Certo, i reds poi vincono 4-1, ma in quel gol c’è tutta la storia del “Little Messi”, come lo chiamano. Lui che ha cominciato a giocare nel West Bromwich e che nel 2019 era andato proprio a casa di Leo. Contratto per 3 anni con il Barcellona (è arrivato con De Jong), ma non è mai semplice emergere in blaugrana: è questione di DNA, una cosa che ha colpito anche tanti altri campioni prima di lui. O ce l’hai, o, anche se sei forte, non riesci a impattare. Quindi il ritorno a casa: a 18 km da West Bromwich c’è Birmingham, e l’Aston Villa è la sua squadra del cuore. È diverso da quello catalano, ma è pur sempre un sogno. E ne ha già accarezzati tanti.
Prima di passare al Barcellona, infatti, Barry era praticamente del Paris Saint Germain: tutto fatto con Henrique, il ds di allora; poi arrivò Leonardo e non se ne fece nulla. Ed è stato vicinissimo anche all’Italia: Milan (soprattutto) e Inter. Lo avevano cercato e studiato, quindi trattato con chi in Italia ne cura gli interessi: Aza Gill e Pasquale Bruno, che in Italia si avvale anche dei preziosi consigli di Alessandro Moggi. Ma le sirene catalane sono state più forti quella volta.
E arriviamo a questa stagione. Dopo un buon inizio in Under 18, Barry viene promosso in Under 23: 6 gol in 9 partite di Premier League 2 gli valgono l’esordio in prima squadra, che celebra con quel gol. Mica male. Che poi in quella formazione compare il nome di un altro Under 23 davvero interessante e gestito dagli stessi agenti: Mamadou Dialla Sylla, classe 2002. Per le movenze ricorda Viera, è guineano ma con passaporto spagnolo (potrebbe essere convocato dalla Spagna Under 19), andrà a scadenza nel 2021 e potrebbe essere una di quelle occasioni da non farsi scappare. Come Barry.
Per la cronaca: per una partita come questa, in cui in 90′ ti puoi giocare una buona fetta di futuro, sia Dialla, sia Barry sono arrivati allo stadio accompagnati dai genitori. Questa è un’altra bella favola della FA Cup. Il torneo che restituisce la semplicità del calcio. E regala sogni.
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