Già l’accoglienza ti fa capire molto della famiglia Dal Bello. Videochiamata per un’intervista…. a due: moglie e marito, insieme. Perchè nella carriera di Felipe la presenza della moglie Caterina è sempre stato qualcosa di più che la semplice compagna di una vita e madre della loro figlia. E’ stata il suo agente, è stata consigliera e nell’ultima avventura in Serie D alla Manzanese anche sprone per continuare a calcare i campi di calcio dopo la fine dell’avventura in Serie A con la Spal. “Lei spesso traduce i miei pensieri. Capisce prima di me quello che è meglio per la mia carriera”, ammette subito Felipe.
Non servono grosse spiegazioni, traspare anche attraverso una videochiamata con il cellulare il profondo rapporto tra i due. Mai invadente, sempre propositivo nel cercare di consigliare al meglio il marito Felipe e il professionista Dal Bello. Anche giocando d’astuzia, come accaduto pochi mesi fa prima della firma con la Manzanese.
L’ultima estate di Felipe è stata un po’ quella delle scelte. Professionali e di vita, come è normale che sia per un calciatore di 36 anni. La fine del contratto con la Spal, la ricerca di una nuova squadra ma anche la voglia di stare sempre più vicino alla propria famiglia: “Il lockdown, per la prima volta dopo anni, ci ha fatto riscoprire quanto è bello stare tutti insieme. Tutto questo ha inciso sulle ultime scelte professionali”. Offerte, diverse. Anche importanti, come La Valletta a Malta, “i soldi in ballo erano tanti”, ammette senza nascondersi Felipe, “ma non me la sono sentita di partire nuovamente per vivere un’altra stagione lontano da casa”.
Da lì la decisione di rimanere in Friuli, “per qualche mese mi sono allenato da solo insieme ad un preparatore”. Per mantenere la forma, “ma gli serviva quello step in più. L’agonismo, la voglia di allenarsi e sudare per un obiettivo che non fosse faticare a fine giornata”. L’intervento della moglie nel racconto sembra la riproposizione di quanto immaginiamo sia accaduto pochi mesi fa. Deciso ma rispettoso dei ruoli. La carriera è di Felipe, così come le decisioni. Ma un matrimonio è fatto anche di condivisione e consiglio. “Però questa volta ho giocato d’astuzia”, ammette Caterina ridendo. “Ora ti racconto una cosa che Feli non sa”. Lo sguardo di Felipe è tutto un programma.
“Questo inverno degli amici di famiglia mi hanno chiesto un aiuto per inserire nella rosa della Manzanese loro figlio, visti gli ottimi rapporti che ho con la dirigenza del club. In più negli anni addietro avevo svolto questo ruolo di tramite tra società e calciatore e quindi, in amicizia, ho accettato”. Eh ma Felipe che c’entra? “Ho colto la palla al balzo e gli ho chiesto di accompagnarci. Una scusa semplice”. Lo sguardo di Felipe cambia, dal preoccupato per il retroscena segreto raccontato in diretta ad un giornalista, al marito-calciatore “raggirato”: “Volevo vedere la sua reazione nuovamente a contatto con il calcio reale. Mi è bastato uno sguardo”. Da lì è partita la trattativa con la Manzanese, anche per Felipe. Scendere dalla Serie A alla Serie D non è facile, ma quella realtà accorpava tutto quello che lui cercava: “La voglia di giocare è ancora forte dentro di me. Non mi pesa allenarmi e giocare, per di più posso farlo a due passi da casa. Finchè il fisico regge, perchè no?”.
Nel giro di poche settimane, ovviamente, Felipe ha iniziato a giocare. L’obiettivo sportivo è la promozione in Serie C. La Manzanese è seconda in classifica nel girone C della Serie D, “il futuro poi si vedrà. E’ chiaro che ho iniziato a pensarci, infatti sto facendo anche il corso di allenatore a Coverciano. Ma per adesso mi sento ancora calciatore”. Lo sguardo da “si, ma” di Caterina lo fa esporre un po’ di più sulla nuova vita dopo il calcio: “E’ vero, mi piace molto lavorare con i bambini. Mi trovo bene insieme a loro”. “Da difensore poi – aggiunge la moglie – ha questa propensione all’organizzazione di squadra. Lo fa già adesso in campo”. Il pensiero ancora non è così delineato, ma è chiaro come il futuro di Felipe sia ancora nel mondo del calcio. Con accanto una figura sempre molto coinvolta nelle decisioni, come fu ai tempi del passaggio all’Inter con la telefonata fatta a Cassano.
Il racconto di quel trasferimento è molto simile all’ultimo fatto con la Manzanese. Febbraio 2015, Felipe era senza squadra dopo la risoluzione con il Parma dopo la crisi societaria: “L’Inter leggevo sui giornali fosse alla ricerca di un difensore – spiega Caterina – vista l’emergenza infortuni. Cercavano all’estero, sul mercato svincolati. Ho detto a Feli, ma perchè no? Chiama Cassano, vedi che si può fare”. La telefonata di Felipe parte: “Sai come fa Antonio no? In maniera molto pratica mi dice, non preoccuparti Feli, ho capito tutto. Ci penso io”. Nel giro di pochi giorni la trattativa si chiude, grazie proprio ad un’intuizione della moglie, “ma voglio specificare che non sono un agente professionista e mai lo sarò. Cercherò sempre di consigliare Feli per quello che io credo sia il suo meglio. Nulla di più”. E osservando gli sguardi di chi si ama e si aiuta da oltre 13 anni, non dubitiamo sia esattamente così.
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