Personaggio controverso. Un uomo dei tifosi. Sostenuto o criticato. Una carriera vissuta sull’onda della passione e dell’agonismo. La carriera di Felipe Melo. Centrocampista capace di combinare grinta, tanta, a tocchi di qualità di origine brasiliana. Il Franchi il suo primo palcoscenico in Italia. La Fiorentina la squadra che lo portò in Serie A. La Juventus il passo successivo.
Un viaggio percorso sulla tradizione latina. Passione e cuore come motori pulsanti. Il Brasile il punto di partenza. La Spagna come prima esperienza e europea. Nel giugno del 2008 l’arrivo in Italia. La Fiorentina lo acquista per 8 milioni dall’Almeria. L’esordio in Serie A? Contro la Juventus. Prima partita e prima espulsione. Una stagione positiva che convince gli stessi bianconeri a puntare su di lui. Insieme a Diego, uno degli uomini da cui ripartire per la ricostruzione dopo anni di difficoltà. 25 milioni sul piatto. Un amore, quello tra la Juventus e il brasiliano, mai sbocciato. Le annate difficili continuano. Il cambio di passo non arriva. E il matrimonio tra Felipe Melo e l’ambiente bianconero continua nel segno dell’infelicità. Con il nuovo corso targato Marotta e Conte la storia del brasiliano a Torino finisce. Un addio con pochi rimpianti. Una fine che va bene ad entrambi.
Dopo il primo anno era già stato vicino all’addio: “Avevo già l’accordo con il Real Madrid, ma per colpa di un brutto fallo su Robben (durante il Mondiale sudafricano) saltò tutto”. Un addio che arriva l’anno successivo:“Quando la Juve mi ha poi ceduto in prestito sarei potuto andare al PSG, avevo già parlato con Leonardo ed era tutto fatto ma poi è arrivato il Galatasaray”. Il viaggio del brasiliano continua in Turchia. Mancini in panchina. Mancini che ritrova nel suo ritorno in Italia. I colori, questa volta, sono nerazzurri. Un arrivo a Milano ritardato di qualche stagione: “Ricordo che l’Inter mi cercava e io volevo andare lì, non alla Juventus. Alla fine i bianconeri hanno pagato la clausola”. Un inizio incoraggiante. Grandi prestazioni e leader del centrocampo. Poi qualche segno di discontinuità, proprio come la formazione nerazzurra. Esperienza che però è rimasta nel cuore: “Non potrei mai parlar male della Juventus, ma l’Inter è tutt’altra cosa. Ho questi colori nel cuore, non c’è bisogno di chiedermi da che parte starò”, dichiarò prima di un derby d’Italia. Le parole sulla lite con Chiellini, una dichiarata fede nerazzurra. Spontaneità con un tocco di irriverenza. Una vita in tackle senza rimorsi. Prendere o lasciare. Felipe Melo.
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