L’umiltà e l’attenzione per i particolari: i segreti di Alex Ferguson

L’umiltà e l’attenzione per i particolari: i segreti di Alex Ferguson

Sir Alex Ferguson ha scritto pagine memorabili alla guida dello United, vincendo 43 trofei, guidato da un’invidiabile caratteristica, l’umiltà. Figlio di operai, lo scozzese ha anche lavorato in fabbrica alla Remington Rand, producendo macchine da scrivere e rasoi elettrici. Sa cosa vuol dire farsi il mazzo, conosce il valore del rispetto. Quando era il super manager di Manchester, andava in persona a prendere i nuovi acquisti in aeroporto, altro che autisti e limousine.

 


Come nel caso di Massimo Taibi, quando nel 1999 diventa un giocatore dello United. Taibi intanto sbarca in Inghilterra con un volo privato, insieme ai suoi agenti Damiani e Parisi, Beppe Marotta, che al tempo fa il dg a Venezia, e David Williams, l’amico storico di Ferguson che vive in Italia e gli consiglia i calciatori di casa nostra, vedi Giuseppe Rossi. È sera, l’ora del tramonto, ad aspettarli c’è Sir Alex in persona che si carica Taibi e Parisi in macchina, prendendosi sulle spalle persino la borsa del suo nuovo portiere, lasciando di stucco tutta la compagnia. 

 


Non è passato certo alla storia dei Red Devils l’acquisto di Taibi, forse però lo ricorderemo adesso per come si è concretizzato: sotto la… doccia, in una stanza d’albergo a Montecarlo. Ferguson e il suo United devono giocare la Supercoppa Europea proprio nel Principato, l’agente di Taibi pressa il boss (così lo chiamano tutti, proprio come Galliani) che, invece di fare il fenomeno rinviando l’incontro, lo invita a salire per discutere di numeri e bonus. «Vieni in camera». L’accordo si può raggiungere anche con acqua e sapone.

Ferguson è attento a ogni particolare, anche alla famiglia del possibile acquisto, coccolata come fosse la sua. Soprattutto la donna di casa. «Dietro a un giocatore c’è la moglie o la mamma: basta convincerne una delle due e il gioco è fatto» la strategia spesso confessata agli amici.

 

Ecco perché Sir Alex vuole sempre conoscere la signora in questione, ecco perché, quando Mexes ha 17 anni ed è un talento nell’Auxerre, fa la stessa mossa di Taibi e si presenta in aeroporto a prendere il ragazzo appena arrivato a Manchester per una visita di cortesia.

«Solo per tranquillizzare la madre, facendole capire chi siamo e come lavoriamo qui allo United». E pazienza se l’affare salta perché il francese Guy Roux chiede troppo. Questo è il vero signore della panchina, non si diventa l’allenatore più vincente del calcio britannico per caso: in campo, nella vita, sul mercato.