Retroscena

Festa Avellino, è Serie B! Quali sono le cessioni record del club?

Avellino in festa per il ritorno in Serie B dopo sette anni degli irpini. Vediamo quali sono le cessioni più onerose nella storia del club.

La paura, la tensione, poi il boato al fischio finale. L’Avellino ritrova la serie cadetta dopo 7 lunghi anni dall’ultima volta. Era il 2018 e la stagione degli irpini terminava con l’esclusione dalla Serie B 18/19 per motivi societari, nonostante la salvezza ottenuta sul campo. Oltre al danno, conosciuto alla fine di quel luglio maledetto, la beffa è il fallimento societario, con la nuova società che sarebbe ripartita dalla Serie D.

Con il pareggio di Sorrento i biancoverdi possono finalmente gioire per il primo posto aritmetico nel Girone C della Serie C, davanti all’Audace Cerignola, avversaria stagionale che ha rallentato la corsa, fino ad arrendersi, nelle ultime giornate. Mister Biancolino, ex bomber del club, è arrivato in panchina a fine settembre e ha dato nuova linfa all’ambiente, con la squadra che fino ad allora aveva raccolto 3 punti in 5 partite.

Con una serie impressionante di 10 vittorie consecutive, da febbraio ad oggi, ha guidato i lupi alla festa promozione con una squadra molto esperta e una coppia d’attacco da sogno. Si tratta del duo Lescano-Patierno, formatosi a fine gennaio quando la società con una cifra record per la Serie C ha portato il primo al Partenio da Trapani, dov’era già capocannoniere. Gli attaccanti sono stati poi coadiuvati da un giocatore di categoria superiore come Sounas, arrivato dal Catanzaro, e giovani in rampa di lancio come Martin Palumbo, assieme ad altri giocatori di livello che hanno reso il sogno realtà. Uno di questi giocatori potrebbe sicuramente generare plusvalenze ma al momento nella classifica delle migliori cessioni nella storia dell’Avellino non figurano.

Fernando De Napoli, ex giocatore Avellino (Imago)

Avellino e il calciomercato, le migliori cessioni della storia

La maggior parte delle cessioni onerose effettuate dal club biancoverde risalgono all’epoca d’oro, quella degli Anni ’80 con l’Avellino in Serie A e di giocatori come Tacconi, Carnevale, Schachner, Dirceu che passano da qui.

Stando ai dati Transfermarkt, al primo posto di questa classifica troviamo il mitico Ramòn Dìaz, ceduto alla Fiorentina per l’equivalente di 5 milioni di euro, allora 10 miliardi di lire. Era l’estate del 1986 e l’ex bomber del River Plate lasciava una squadra, l’Avellino, che lo aveva rilanciato dopo una prima stagione italiana deludente col Napoli di Ferlaino, dov’era chiamato il “puntero triste”. Al Partenio divenne subito idolo e con i suoi 22 gol in tre stagioni è ancor oggi il miglior marcatore dell’Avellino in Serie A.

Al secondo posto c’è “Nando” De Napoli, venduto anch’egli nel 1986 al Napoli di Maradona, con cui vincerà, tra gli altri, due scudetti e una Coppa Uefa. Stavolta la cifra è di 5,8 miliardi di lire, circa 3 milioni di euro. Questa fu forse la miglior plusvalenza per gli irpini, dato che “Rambo” era figlio di Avellino, cresciuto nel settore giovanile.

Il gradino più basso del podio è invece di Marcello Trotta che nel gennaio 2016 passa al Sassuolo per 2,8 milioni di euro. Il bomber casertano era arrivato in biancoverde per 700 mila euro dal Fulham e in un anno e mezzo segnò 15 reti in Serie B, portando l’Avellino ai playoff per la massima serie e regalando la vittoria nel derby contro la Salernitana nella sua partita d’addio.

Chiudono al quarto e quinto posto due giocatori passati alla Juve, rispettivamente nel 1987 e nel 1983. C’è Angelo Alessio, allora 22enne di ottime speranze ceduto alla Vecchia Signora per 2,58 milioni di euro e Beniamino Vignola, centrocampista che verrà acquistato dai bianconeri su consiglio di Platini per 2 milioni.

Simone Mastorino

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