“Walking on a dream”. Nella Genova rossoblù in quegli si sognava ad occhi aperti. Andare a giocare in trasferta a Valencia, Lille e Praga è divenuta realtà, dopo anni bui con tante delusioni sportive e non solo. Vi ricordate il Genoa 2008/09 con alla guida Giampiero Gasperini e in campo giocatori come Diego Milito e Thiago Motta?
La storia del Genoa negli anni 2000 è sicuramente ricca di alti e bassi, soprattutto nel primo decennio. Infatti, i rossoblù dopo la retrocessione del 1995 fino al 2007 sono mancati dal campionato di Serie A, precipitando addirittura nel 2005 in Serie C1. Appena il fondo è stato toccato, però, la squadra risorge. Il ritorno in A insieme a Juventus e Napoli è l’apoteosi di una rinascita genoana auspicata dai tifosi da moltissimi anni.
Uno dei protagonisti indiscussi è senza dubbio Gian Piero Gasperini. Oggi è uno dei principali artefici della scalata europea dell’Atalanta, ma ieri è stato colui che ha portato il Genoa dalla Serie B al ritorno in Europa. Nel 2007/08 la squadra rossoblù si salva senza problemi e per la stagione successiva si prepara per una stagione storica.
La rosa di quel Genoa 2008/09 è assolutamente di grande livello guardandola ai giorni nostri. In porta c’era il brasiliano Rubinho, portiere presente dal 2006 in B. Poi ci sono le bandiere genoane come il giovane Domenico “Mimmo” Criscito, protagonista indiscusso di questi anni in maglia rossoblù, e Omar Milanetto. Ma il capitano della squadra è Marco Rossi, colui che è ripartito dalla Serie C1 nel 2005 e ha condotto il club in campo fino alle porte dell’Europa.
I nomi altisonanti in quella rosa sono moltissimi. Da Giuseppe Biava a Sokratis Papastathopoulos, fino a Ruben Olivera e Raffaele Palladino. Ma ci sono anche due futuri protagonisti dell’Inter del “Triplete”: sì, stiamo parlando di Diego Alberto Milito e Thiago Motta. Col Genoa l’attaccante argentino segna in questa stagione 24 reti in 31 gare, trascinando a suon di gol i suoi ragazzi. Il centrocampista italo-brasiliano, invece, a Genova vive l’anno del definitivo salto di qualità che gli porterà a vincere in carriera ben 30 trofei.
Ma la particolarità di quel Genoa è che ci sono moltissimi giovani davvero interessanti. Su tutti spicca un ancora sedicenne come Stephan El Shaarawy. Indossa la maglia numero 31 e fa il suo esordio in Serie A in occasione di Chievo-Genoa, scendendo in campo all’ottantatreesimo minuto. L’attaccante diventa il più giovane esordiente in Serie A della storia dei rossoblù.
La stagione 2008/09 del Genoa è la migliore in assoluto degli anni 2000. In quell’annata magica i tifosi si sono divertiti a vedere una squadra di livello giocare bene e facendo sognare il popolo genoano. E’ da inizio degli anni ’90 che al “Ferraris” non si vedeva un calcio così di alto livello. Basti pensare, che in casa quell’anno solo Inter e Lazio sono riuscite a vincere. Tutte le altre big di Serie A sono cadute a Marassi. La Juve e il Napoli 3-2, il Milan 2-0 e la Roma 3-1.
Ma i successi più dolci da ricordare sono le due vittorie nei “Derby della Lanterna”. La Sampdoria di Mazzarri è stata sconfitta sia all’andata che al ritorno da quel Genoa. Il 7 dicembre 2008 è un colpo di testa di Milito al 50’ a decidere la gara. Il 3 maggio 2009 è sempre ancora il “principe” a decidere il derby. Tripletta storica ed esultanza sotto la curva genoana che resta nella leggenda.
Il Genoa, alla fine, si piazza quinto a pari punti con la Fiorentina a quota 68, con i viola che però si qualificano ai preliminari di Champions League. La differenza la fanno gli scontri diretti a favore della squadra di Prandelli. Ma per i tifosi genoani poco importa. Dopo 18 anni di assenza si ritorna in Europa. Dalle trasferte a Busto Arsizio e Pizzighettone fino a quelle a Valencia e Lille. Una bella storia da raccontare che ha fatto innamorare migliaia di rossoblù a Genova e sparsi in tutte le parti del mondo. Del resto, come diceva il grande Fabrizio De André, cantautore e tifosissimo genoano:
“Non posso scrivere del Genoa perché sono troppo coinvolto. L’inno non lo faccio perché non amo le marce e perché niente può superare i cori della Gradinata Nord. Semmai al Genoa avrei scritto una canzone d’amore, ma non lo faccio perché per fare canzoni bisogna conservare un certo distacco verso quello che scrivi, invece il Genoa mi coinvolge troppo”.
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