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Gheddafi Jr, il boeing per il suo cane e come è arrivata la firma col Perugia

Imprenditore, ex calciatore, terzo figlio dell’ex leader de facto della Libia. Saadi Gheddafi ha visto, fatto e subito di tutto nella sua vita. Proprio di oggi è la notizia del suo scarceramento da una prigione di Tripoli. Il figlio di Muammar è subito volato in Turchia, tornando a respirare la libertà 7 anni dopo la sua estradizione e l’ingresso in carcere. Ma facciamo un passo indietro alle sue avventure con il calcio.

Un giorno, durante gli anni italiani, ha deciso di prendere un Boeing 727 per il suo cane: lo voleva in Italia quanto prima. Ha sfidato e battuto Maradona in una gara di punizioni grazie al suo mancino ben educato e di mattina si doveva svegliare da solo, quando e come riteneva opportuno, perché i libici non erano autorizzati a rovinargli il sonno. Saadi si è tolto una marea di soddisfazioni, tra cui giocare 16 minuti in Serie A con la maglia del Perugia, ma è stato anche bendato e torturato in carcere dopo la caduta del Regime.  

 


Nel 2002, a Tripoli, si accende la miccia per tutto. «Possiamo organizzare un’intervista a Gheddafi?» è la richiesta di Der Spiegel, rivista scandalistica con la maggiore tiratura in Germania. Gianluca Di Carlo, portavoce di Saadi, blocca tutto. «Assolutamente no». Non l’avesse mai fatto. Dopo qualche giorno la stessa rivista tedesca pubblica un articolo in cui attacca il figlio di Mu’ammar e ci mette dentro anche un virgolettato piuttosto colorito del presidente del Perugia Luciano Gaucci che avrebbe pronunciato dopo un amichevole tra Al-Ittihad e la squadra italiana: «Se prenderei Gheddafi? Neanche gratis!». Scoppia il putiferio… diplomatico.  

 


Di Carlo prova a mediare e fa un giro di telefonate, fino ad arrivare a Gaucci in persona. «Mi sembra un po’ esagerato, no?». «Non l’ho mai detta quella frase! Se devo smentire, smentisco immediatamente». Anzi, il presidente rilancia. «Ma scusa… perché non viene da noi? Le decisioni le prendo io…». Il piano d’azione è una dichiarazione d’amore da fare direttamente alla stampa. Di Carlo organizza un’intervista a Gaucci sia con Mediaset sia con l’ANSA e il risultato è il seguente: «Sono stato contattato da Gianluca Di Carlo, mi ha parlato di questa presunta frase che avrei fatto su Gheddafi ma sinceramente non ho mai detto quelle parole. Gli ho chiesto se vuole diventare un nuovo giocatore del Perugia». Wow. Di Carlo contatta immediatamente Saadi che in quel momento era in viaggio verso il Botswana con tutta la squadra. La reazione è di shock. «Ma è vero? Ma davvero?». Gianluca replica con estasi. «Prendi l’aereo e vieni a Roma al Grand Hotel!». Gheddafi atterra in Botswana, aspetta che scendano tutti i suoi compagni, fa girare l’aereo e vola direzione Italia per firmare col Perugia. Una delle mille esperienze di Saadi. 

Redazione

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