“Un allenatore deve fare un percorso. Dopo che una carriera da giocatore non hai diritti acquisiti, serve una crescita”. Lo sa bene Giovanni Tedesco: l’ex centrocampista di Perugia, Genoa e Palermo nella nuova vita da allenatore ha sempre avuto la valigia in mano. In tutto sette anni a Malta, guidando sei formazioni diverse, ma anche una parentesi negli Emirati Arabi Uniti: “Quella di Dubai era un’esperienza fantastica – ci racconta Tedesco – Organizzazione e strutture erano di primo ordine”.
Tedesco, infatti, per alcuni mesi nel 2020 ha allenato l’Al Bataeh nella Prima Divisione, la seconda serie dei campionati negli Emirati: “Il covid, ahimè, ha interrotto questa esperienza. Il contorno che c’è lì ti permette di lavorare alla grande”.
Ecco quindi il ritorno a Malta. Quella cara Malta che nel 2014 lo accolse per la prima volta, sulla panchina del Floriana. A volerlo Riccardo Gaucci. Una famiglia importante nella carriera di Tedesco, come gli anni trascorsi a guidare il centrocampo del Perugia. Se da una parte Giovanni ha detto sì a Gaucci quando gli chiese il sacrificio di andare al Genoa per aiutare le casse del club, solo una volta il centrocampista disse no: “Gaucci voleva portarmi a Catania, ho sempre rifiutato la proposta da palermitano”.
Quel Palermo che è stata l’ultima tappa della sua carriera da giocatore, un treno arrivato all’ultimo istante nel 2006: “Ero al Genoa, era l’ultimo giorno di calciomercato. Mi trovavo in città a passeggiare con la mia famiglia e mi arrivò la telefonata di Rino Foschi per andare a Palermo. Un’operazione last minute indimenticabile”.
A Palermo ha iniziato la carriera da allenatore con la formazione Allievi, prima di andare al Foligno, in Serie C, e poi Malta: “In questi sette anni a Malta ho allenato molte squadre forti – ammette – Il livello, secondo me, è quello della Serie C”. Tante soddisfazioni, come la Coppa di Malta vinta nella stagione 2016-2017, ma anche dieci partite in Europa League.
E di gioie, lì, ne sono arrivate come la qualificazione ai danni dell’Hajduk Spalato o il pareggio contro la Stella Rossa. Il ricordo che Tedesco porta nel cuore, però, è la vittoria contro il West Ham quando guidava il Birkirkara: “Avevo giocato contro di loro da calciatore, con il Palermo – racconta – Ricordavo il modo di interpretare il calcio degli inglesi, mi è servito per preparare la partita. All’andata abbiamo perso al 90° minuto, poi al ritorno abbiamo vinto 1-0. Solo i rigori non ci hanno consentito di superare il turno. Porto ancora dietro la preparazione maniacale di quel match”.
Adesso, però, dopo tante esperienze all’estero (l’ultima con i Sirens, sempre a Malta) c’è una voglia nella mente di Tedesco: “Tornare in Italia. Ho fatto un percorso di crescita, ho girato l’Europa e mi sento pronto. Mi piacerebbe avere una possibilità di giocarmi le mie carte”. Tedesco chiama l’Italia.
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