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Il giro del mondo e il tentativo del Parma: Giovinco mancò il ritorno in Italia per poco

La formica atomica è tornata in Italia. Un’idea nata e concretizzata nel tempo di un pomeriggio, in velocità, una storia che solo il mercato – anche quando è concluso – sa regalare. Perché Giovinco alla Sampdoria è nata così, quasi per caso, dopo l’infortunio di Gabbiadini e in meno di 24 ore è arrivato a Genova. 


Il tentativo del Parma

Rapidità e decisione che mancarono al Parma nell’estate di due anni fa quando pensò in maniera concreta di riportare Giovinco in Italia, nella città in cui fece esplodere tutto il suo talento tra il 2010 e il 2012 tanto da riguadagnarsi la chiamata della Juventus.

Un cerchio che si chiude dopo anni fuori dal suo paese, ma soprattutto fuori dall’Europa. Giovinco fu il primo italiano della storia del Toronto, che ora non vede l’ora di abbracciare Insigne, nel gennaio del 2015. L’accordo con la Juventus fu trovato a inizio anno e sarebbe stato valido al termine della stagione. Ma l’attaccante risolse il suo contratto bianconero e si trasferì quell’inverno in Mls. Un trasferimento non banale, perché con i 7 milioni di dollari annui, Giovinco divenne il più pagato del campionato nordamericano. 


L’arrivo in Arabia Saudita

La sua vita canadese durò quattro anni. Tre campionati canadesi vinti e un Mls alzata al cielo nel 2017. Incetta di premi personali vinti in Nordamerica per Giovinco: dal titolo di capocannoniere  e scara d’oro a quello di miglior esordiente nel campionato fino alla nomina come MVP della stagione, passando per il trofeo assegnato dai tifosi. In quattro stagioni per lui arrivarono 141 presenze e 83 gol, più di uno a partita.

Nel 2019 un’altra avventura ‘inconsueta’. Quando Faggiano non riuscì a concretizzare l’operazione ritorno a Parma, si inserì l’Al-Hilal che convinse la formica atomica a giocare in Arabia Saudita. Due anni e mezzo conditi da 83 presenze e 16 gol prima dell’addio a giugno 2021. Ora Giovinco è pronto a farsi riscoprire in Italia, a Genova. E non vede l’ora di ripartire, anche a 35 anni.

Niccolò Severini

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