“Perfetto, grazie mille”. A cena con Giroud ci si stupisce. La prima notte milanese dell’attaccante va così: al ristorante, con lui che risponde già in italiano. Colpo di fulmine Milan? No. Corteggiamento di settimane, ma una convinzione specifica: “Voglio andare in Italia, voglio i rossoneri”. Nella testa di Giroud c’era la Serie A, in quella del Milan c’era Giroud. Da molto tempo. Ed è per questo che non si è mai voluto tirare indietro.
Anzi, quell’interesse è stato davvero decisivo. Perché l’Italia Giroud l’ha sfiorata più volte negli anni scorsi: prima la Juventus, poi la Lazio. Sondaggi, bozze di trattative, ma mai affondi decisivi. Il Milan, invece, ha tirato dritto per la sua strada, anche quando aveva capito che il giocatore non sarebbe arrivato a zero, ma che si sarebbe dovuto trattare con il Chelsea.
Gli agenti hanno aiutato a favorire la trattativa, rinunciando a parte delle commissioni per superare l’ostacolo di quel rinnovo automatico che avrebbe potuto far saltare, ancora una volta, l’arrivo in Italia dell’attaccante. Che in queste settimane si è messo a studiare, e tanto, il nostro campionato. Ma anche il nostro paese.
Si è rivisto tutte le partite del Milan e dell’Inter dello scorso campionato, ha chiesto informazioni a Thiago Silva, suo grande amico, sui rossoneri e sul modo di vivere al meglio l’esperienza milanese. Ha già iniziato a seguire delle lezioni di italiano per diventare autonomo, e ha già chiesto qualche consiglio a Tomori, che lo ha preceduto di sei mesi, sulla vita milanese.
Il suo primo contatto con la squadra sarà il 26 luglio, quando arriverà dalla Francia con Maignan. Non vede l’ora di cominciare. Lo dice da ieri sera.
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