Milano-Barcellona, sola andata, a sedici anni. In mano un pallone, in valigia la voglia di spaccare tutto. Giulia Dragoni, centrocampista, ha salutato a gennaio l’Inter e l’Italia, decisa a diventare un pilastro nella formazione femminile blaugrana, la migliore al mondo. Paura zero, convinzione cento.
Classe 2006, era stata la più giovane a esordire in Serie A con l’Inter, contro la Fiorentina. Adesso, a soli 17 anni, è diventata la straniera più giovane di sempre a esordire con la maglia del Barcellona (contro l’Athletic Bilbao) e la quinta in assoluto. La giovanissima centrocampista sta dispuntando un’ottima stagione in Spagna, facendo la spola tra formazione B e prima squadra.
Il salto dall’Italia alla Spagna è importante, ma Dragoni non sente la pressione. Il Barcellona crede in lei e le ha presentato un progetto ambizioso: quattro mesi di ambientamento con la squadra B e poi l’ingresso nel giro della prima squadra.
Intanto, vive tutti i giorni l’atmosfera de La Masia, il centro d’allenamento comune a tutto il mondo Barça, dalle giovanili femminili alla prima squadra maschile. Una sola struttura, una sola filosofia. Possesso palla e costruzione. Valorizzazione dei giovani e del talento.
Il telefono è squillato per la prima volta dopo una partita splendida della centrocampista classe 2006, in Nazionale U17, contro il Portogallo. “Siamo il Barcellona, vogliamo portarti a La Masia“. Nessuno scherzo.
Tutto parte da lì e si sviluppa nel tempo. L’Inter è coinvolto nella trattativa, e accetta di lasciare partire il suo gioiello. D’altronde, per Giulia l’offerta è irrinunciabile. Progetto, visione, appeal. In una parola, Barcellona.
A distanza di pochi mesi, l’ambientamento procede alla grande. Nuova casa, nuova lingua, nuova vita. Resta lo stesso sorriso di sempre, e pallone tra i piedi… ora più di prima: possesso, gestione. Didattica, concetti, schemi. La Pausa e il “tercer hombre“. Da Xavi e Iniesta a Pedri e Gavi, ma il futuro del Barcellona parla anche italiano.
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