Un gol e un assist con la Nazionale a 18 anni, 7 mesi e 9 giorni. In tre partite. E senza mai avere esordito in Serie A. Niente male. Numeri e giocate: Wilfried Gnonto ha convinto tutti in questa sua prima esperienza in azzurro. Gli sono bastati sei minuti per il primo passaggio vincente. E alla terza gara è arrivata anche la rete. Bravo Mancini a lanciarlo, bravissimo lui a sfruttare le proprie carte e dimostrare che l’Italia un futuro ce l’ha. Ma serve crederci.
Un discorso di fiducia e di continuità, oltre che di intraprendenza: per provare a lanciarsi nel calcio dei grandi, Gnonto ha lasciato l’Italia a 16 anni, direzione Zurigo. Giocava all‘Inter – indossava la maglia che da sempre sognava di vestire. La trafila nelle giovanili e l’etichetta di “giocatore ad alto potenziale”. Ma ha mollato tutto ed è ripartito dalla Svizzera, con il prospetto di essere subito lanciato in prima squadra.
Alla prima stagione, 26 presenze e un gol. Un inizio promettente per un ragazzo così giovane. Ma è il secondo anno quello dell’esplosione: vittoria del campionato da assoluto trascinatore, con 10 gol in 36 presenze stagionali. Una mina vagante tutto freschezza, tecnica e forza fisica. Edizione compatta (170cm). Mancini lo nota. Gnonto indossa la maglia azzurra con finiture d’oro. E presto il ragazzino di Verbania diventa un pregiato lingotto d’oro a finiture azzurre.
Ora è al centro del calciomercato: per lui si sono mossi interessamenti dall’Italia (specialmente Sassuolo, poi anche Bologna, Torino e Sampdoria) e soprattutto dall’estero: nonostante la concorrenza di club come Ajax, PSV e Friburgo, in vantaggio per prenderlo c’è l’Hoffenheim. Sulla panchina della squadra tedesca il prossimo anno siederà infatti André Breitenreiter, l’allenatore che ha dato fiducia a Gnonto nell’ultima stagione allo Zurigo. Discorso di continuità, come detto. Intanto il grande pubblico in Italia l’ha scoperto e se lo coccola.
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