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Dall’Euro U-17 alla scuola mattutina: Hamsik al Brescia, costo e retroscena

Ciak, si rigira. Non da zero, perché sarebbe impossibile per la carriera di un calciatore, ma sicuramente si può ripartire ancora una volta. E’ il caso di Marek Hamsik che a 34 anni, dopo la Cina è ripartito dal Goteborg in Svezia prima e dal Trabzonspor in Turchia per questa stagione.

Vi raccontiamo un’altra scena di questo splendido film. L’inizio. Ovvero quando Marek ha lasciato la Slovacchia, lo Slovan, per andare al Brescia. 

 


 

La scintilla è forte. Immediata. «Ma quel ragazzino?». Chi è, quanto è forte, da dove viene. Il capo osservatori del Brescia Maurizio Micheli si trova in Slovacchia e sta per assistere a una partita di qualificazione a Euro2003 U-17. Il gruppo è tutto un programma: Lettonia, Isole Far Oer, Grecia e Slovacchia, appunto. Uno buono ci sarà? Durissima ma non impossibile. «Magari ho c… fortuna». Magari. L’occhio ce l’ha sicuro perché Maurizio ne trova addirittura due: Juraj Piroska, mezza punta, e Marek Hamsik, sempre centrocampista. Quello (molto) buono era il secondo. 

 


Il passo successivo del Brescia è agire, ovvero invitare tutta la famiglia a visitare il centro sportivo e le strutture del club. C’era anche il giovane Marek che, alla domanda della mamma ‘Vuoi rimanere qui?’ non ha esitato un nano-secondo a chiudere l’affare, almeno a parole. «Sì!». Lo vuole. Matrimonio pronto per essere celebrato e precontratto siglato. Ad ogni modo, Marek non poteva ancora essere tesserato dal Brescia per un inghippo normativo, già perché non era ancora «passata» la legge dei neo-comunitari e la Slovacchia, in quel momento, era un paese sotto la lente d’ingrandimento.

 


E’ febbraio, siamo a Milano, in un albergo in centro città. Arriva il segretario della Lega e urla ai presenti, tra cui il Brescia: «Novità in arrivo! Da oggi è possibile tesserate due neo-comunitari». Micheli prende il primo aereo disponibile per casa Hamsik e va a mettere tutto nero su bianco, compilando i nuovi contratti nei moduli… della stagione in corso. Altro paradosso curioso. Costo dell’operazione: 40mila dollari allo Slovan Bratislava, e nell’estate del 2004 arriva l’ufficialità. Inizia l’avventura italiana di Marek Hamsik

 


 

L’adattamento al nostro calcio è rapido ma qualche piccolo ostacolo c’è stato, inutile nasconderlo. A partire dallo… studio mattutino. La prassi del Brescia era chiara: mandare a scuola i più giovani e tenerli impegnati la mattina con i libri e il pomeriggio con il pallone. Una vita da atleti, insomma. Dopo due mesi però Hamsik, che non spiaccicava una parola di italiano, decide di sbattere i pugni sul tavolo e si presenta in sede. «Io sono venuto qui per scendere in campo… la mattina mi sveglio troppo presto, poi a fine giornata arrivo stremato». Questo più o meno il concetto di base. Tono firme, idee chiare. E da quel giorno «Marekiaro» si è dedicato anima e corpo agli allenamenti continuando a studiare privatamente, in Slovacchia, specialmente di sera. Giovane sì ma sprovveduto proprio no. La testa, nel calcio, è importante, e l’ex capitano del Napoli non ha praticamente mai sbagliato una scelta nella sua carriera, soprattutto in campo e con un pallone tra i piedi.

Redazione

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