Nicky Hayen, Club Brugge (imago)
Nonostante le cessioni eccellenti, il Brugge continua a stupire: solo due sconfitte stagionali e tanti giovani protagonisti
Difficile pensare a un inizio di stagione migliore per il Club Brugge. La formazione belga, da anni una delle realtà più interessanti del calcio europeo in termini di crescita e valorizzazione dei talenti, ha saputo rinnovarsi ancora una volta.
A fine estate, sembrava destinata a un ridimensionamento dopo le partenze di alcuni dei suoi migliori giocatori come Jahsari, De Cuyper, Talbi e Jutglà.
La dirigenza ha continuato a puntare con decisione su una politica chiara: investire sui giovani, formare in casa o acquistare profili in rampa di lancio, valorizzarli e, infine, capitalizzare.
Invece, dopo due mesi di competizioni, il bilancio è nettamente positivo: solo due sconfitte in competizioni ufficiali dall’inizio di agosto, prestazioni convincenti in campionato e un percorso europeo cominciato con il piede giusto.
Il nuovo volto del Brugge è fresco, veloce e pieno di entusiasmo. L’attacco si affida alla qualità e all’imprevedibilità di Nicolò Tresoldi, classe 2004 italotedesco, arrivato dall’Hannover e già protagonista con gol e personalità. Sulle fasce sta brillando l’estro del 2004 Carlos Forbs, prelevato dall’Ajax, e la progressione costante di Christos Tzolis (classe 2002), sempre più centrale nel progetto tattico dopo l’ottima stagione scorsa.
A centrocampo il motore è una combinazione di dinamismo e intelligenza calcistica: Aleksander Stankovic, 2005 ex Inter, sta dimostrando di essere pronto per grandi palcoscenici. Il Club Brugge nell’ultima partita di Champions League, vinta per 4-1 contro il Monaco, aveva in campo un’età media inferiore ai 25 anni.
Tra tanti volti nuovi, però, la guida resta sempre la stessa: Hans Vanaken, classe 1992, autentica bandiera del club. Il centrocampista offensivo, che vanta oltre 400 presenze con la maglia nerazzurra, è il punto di riferimento tecnico e umano di un gruppo giovane e affamato. Con la sua visione di gioco e la sua leadership silenziosa, Vanaken tiene insieme i reparti e accompagna la crescita dei più giovani, fungendo da vero e proprio “mentore” in campo.
Il modello Brugge è ormai consolidato: scoprire, formare e valorizzare. Le plusvalenze ottenute negli ultimi anni si pensi a giocatori come De Ketelaere, Lang, Nusa, Openda oltre ai già citati Jashari e De Cuyper, confermano l’efficacia del progetto sportivo e la solidità economica che ne consegue. Non è un caso che il Club Brugge sia oggi tra le squadre con l’età media più bassa in tutta Europa: una scelta consapevole, che guarda al futuro ma sa già ottenere risultati nel presente. Il gioco propositivo, l’organizzazione e il coraggio di lanciare giovani in partite importanti stanno facendo la differenza.
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