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Iachini e Vazquez si ritorvano a Parma, l’argentino: “Vi racconto come mi ha cambiato la carriera”

Franco Vazquez è sceso in serie B a Parma per rilanciarsi. Presto lo raggiungerà Giuseppe Iachini per sedersi sulla panchina che non sarà più di Enzo Maresca, che potrebbe essere sollevato dall’incarico per rialzare gli emiliani.  


 

L’amore con il tecnico

Franco Vazquez è uno che ha messo i piedi nel grande calcio e ha vinto anche un’Europa League con il Siviglia. E parte della sua fortuna la deve proprio a Iachini ai tempi del Palermo, come ha raccontato la scorsa estate in un’intervista a gianlucadimarzio.com.

All’inizio della sua avventura a Palermo, il Mudo non trovava spazio in campo, ma con l’arrivo del nuovo mister cambiò tutto: “Mi disse ‘che fai non giochi?’ – rivela il fantasista – è impossibile che un come te non giochi. Io ti metterò sempre in campo’ e così ha fatto”. 

Vazquez era fuori rosa fino all’arrivo di Iachini che fece di tutto per reintegrarlo e a dicembre venne inserito. Si parla ancora di Serie B, quella che quell’anno il Palermo di Iachini e Vazquez (e un certo Paulo Dybala) vinsero poi facilmente, tornando in Serie A.


La svolta della carriera

Vazquez raccontò che quando Iachini gli disse che lo avrebbe reintegrato lo ha ringraziato ma rispose di no, perché voleva andare via dalla Sicilia per come si erano comportati con lui. Arrivò anche l’opportunità di cambiare aria ma Iachini si impuntò e fece di tutto per farlo rimanere lì e il Mudo ancora oggi dice che è lì che è iniziata la sua avventura con il Palermo.

I due hanno avuto un destino incrociato, quasi concatenato. Entrambi arrivati a Palermo nel 2013 ed entrambi andati via nel 2016 non prima di aver contribuito a salvare il Palermo. Iachini fu cacciato a marzo da Zamparini e Vazquez finì il campionato da mezz’ala con Novellino. Ora si ritrovano a Parma, di nuovo in Serie B. Di nuovo per una nuova scalata verso la Serie A. 

 

 

“Che fai, non giochi?”Il momento della svolta arrivò poco tempo dopo, con l’arrivo di Iachini, che al primo allenamento riconobbe subito che tanta classe non potesse rimanere fuori da un campo da calcio. “Guarda che a dicembre ti metto in lista, è impossibile che tu non giochi”.

“Saper aspettare è parte del lavoro e della crescita, anche se forse io avuto la vita più difficile rispetto ad altri giocatori. Ma sono cose che possono succedere e che ti rendono più forte — analizza Vázquez—. Io cercavo di continuare ad allenarmi anche se poi non avrei giocato, di farlo per me, perché sapevo che quella non fosse la fine. 

Redazione

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