Ibrahim Mbaye, il gioiellino classe 2008 del PSG

Ibrahim Mbaye, il gioiellino classe 2008 del PSG

Ibrahim Mbaye, gioiellino del PSG (imago)

Dopo esser stato il più giovane esordiente di sempre del PSG, Mbaye ha trovato il suo primo gol tra i pro a 17 anni

Il Paris Saint-Germain domina la Ligue 1, è ad un passo da un nuovo titolo di campione di Francia e ieri ha dilagato sul campo del Saint-Étienne con un netto 1-6. Nel largo tabellino dei marcatori è spuntato un nome nuovo ai più: è quello di Ibrahim Mbaye, autore della sesta rete dei parigini al 90′ minuto.

Il giocatore nato il 24 gennaio 2008 a Trappes, città a sud-ovest di Parigi, è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Guyancourt e del Versailles, per poi approdare nell’academy del PSG a 10 anni. Qui ha impressionato tutti gli addetti ai lavori, soprattutto dopo aver trascinato l’Under 19 alla vittoria del campionato a soli 16 anni.

Il suo talento cristallino attira anche la stampa nazionale, L’Équipe nell’aprile 2024 ne parla in una puntata di podcast dedicata interamente a lui. La scorsa estate Luis Enrique lo porta con la prima squadra nella tournée estiva e tra lo stupore di tutti lo schiera titolare nel debutto in Ligue 1 a Le Havre, facendolo diventare il più giovane debuttante nella storia del club della capitale. A 16 anni, 6 mesi e 23 giorni supera il primato appartenente a Warren Zaïre-Emery, altro grande prodotto del centre de formation.

Ieri, alla sesta presenza in campionato ha trovato la rete che lo posiziona al terzo posto tra i marcatori più giovani di sempre del PSG, in attesa di infrangere altri record.

Ibrahim Mbaye, il gioiellino classe 2008 del PSG
Luis Enrique, allenatore del PSG (Imago)

Le caratteristiche tecniche e il ruolo dell’astro nascente

A febbraio ha firmato il suo primo contratto da professionista, con una mossa che la società ha legittimamente usato per blindarlo fino al 2027.

Ma nel concreto, quali sono le sue qualità? Mbaye è un’ala di piede destro dotato di grande rapidità, velocità e potenza. C’è chi lo paragona a Mathys Tel in termini di caratteristiche fisiche, soprattutto per la statura (185 cm di altezza).

Negli spezzoni di partita in cui Luis Enrique l’ha lanciato è sempre stato schierato ala del tridente offensivo, subentrando talvolta a Dembélé o Barcola, mentre nella pre-season si è adattato anche come esterno in un 4-4-2 più ordinato.

Due leggende del PSG, ritiratesi da poco, hanno parlato bene di lui soprattutto dal punto di vista umano: Yohan Cabaye, oggi direttore sportivo del settore giovanile e della scuola calcio parigina, l’ha definito ai microfoni de L’Équipe come un ragazzo “rispettoso, che presta ascolto, determinato, molto maturo per la sua età e onesto con sé stesso”. Concetti ribaditi anche da Zoumana Camara, coach dell’U19 del club, che a Le Parisien dichiara di quanto sia “un gran lavoratore: tu gli dai un programma da eseguire e lui ci si applica con la massima serietà”.

Tutte parole di buon auspicio che il ragazzo di madre marocchina e padre senegalese dovrà confermare sul rettangolo verde ogni volta che ne avrà l’occasione.