Ore 22:30 del 24 dicembre 2019. Il telefono dell’allora chief football officier del Milan, Zvonimir Boban, squilla con insistenza. L’interlocutore parte subito all’attacco: “Complimenti Boban, il Milan ha preso Ibrahimovic”. La voce è familiare. E Zvone lo sa bene. A parlare è proprio Zlatan stesso, che annuncia di aver deciso di tornare in rossonero dopo l’esperienza americana. E lo fa in terza persona. Alla Giulio Cesare.
Sempre teatrale, Zlatan. E molto romantico nella scelta di un ritorno a San Siro. Una nuova marcia trionfale. Un nuovo tributo della Scala del Calcio per il suo vecchio comandante.
La proposta, accettata alla Vigilia di Natale, si concretizza tra il 26 e il 27 con gli annunci. Prima gli indizi social, sia da parte del club, che sul profilo di Ibra (una sua foto con gli occhi “rossi come il fuoco” lascia pochi dubbi sul suo futuro). Poi il comunicato stampa del club: IZ back!
E pensare che Ibrahimovic sarebbe potuto sì tornare in Italia, ma con un’altra maglia: pochi giorni prima, infatti, aveva accettato una proposta del Napoli. Era tutto fatto, mancavano solo le firme. L’idea di vestire i colori azzurri e poter infiammare il San Paolo come aveva fatto Maradona lo affascinava eccome. Ma, con l’esonero di Ancelotti, l’affare saltò.
Così Ibra, spesso auto-proclamatosi “Dio”, ha annunciato il suo ritorno al Milan un’ora prima di Natale. Con una voglia matta di spaccare tutto e trascinare i rossoneri a grandi traguardi. Il prossimo sogno? Lo scudetto.
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