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La stellina spagnola del Bayer che ha sfiorato l’Italia: la storia di Iker Bravo

Avete presente la storia di Mauro Icardi, che da piccolino segnava una marea di gol nelle giovanili del Barcellona ma poi per esplodere nel calcio che conta è dovuto andare via, in Italia, alla Sampdoria? Ecco, la storia di Iker Bravo non è proprio uguale nelle dinamiche ma simile. 


Ha 16 anni, è nato vicino a Barcellona, precisamente a Sant Cugat del Vallès, e ha vestito la maglia blaugrana dagli 8 anni in su. Prima punta, biondo, leader in campo e fuori, trascinatore anche all’interno dello spogliatoio. «Siamo in difficoltà? Diamo la palla a Iker e vediamo che succede», era la risposta tipo dei suoi allenatori della Masia quando la squadra entrava in un momento complicato. 

Iker Bravo: i retroscena

In estate il Barcellona se l’è fatto scappare a zero. Il club, in una situazione di grande incertezza economica, non è riuscito lontanamente a presentare a chi cura gli interessi del ragazzo ragazzo, ovvero la Pro Evolution Players, un’offerta adeguata per restare. Lo volevano in tantissimi: la Juventus e la Roma erano tra le più interessate, c’era anche il Milan che ha chiesto informazioni. In Spagna l’Atletico, in giro per l’Europa anche Nizza, Benfica, Gladbach e Dinamo Zagabria. Insomma, una fila bella lunga. L’ha spuntata il Bayer Leverkusen che lo ha messo sotto contratto – tre anni, come si fa generalmente con i minorenni – e adesso pensa già a come rinnovargli l’accordo: il ragazzino ora gioca nell’U-19 (e si allena già con i grandi) ma è previsto possa fare il passo in prima squadra già nel 2022.


E’ un talento: assolutamente sì. Perché Iker Bravo (2005) segna in ogni modo e da ogni posizione: nel corso dell’ultimo weekend ha scaraventato in porta una vera e propria perla, in rovesciata, colpendo la palla ad un’altezza incredibile. Tifoso dell’Arsenal, assomiglia a Suarez come cattiveria dentro l’area ma è anche più tecnico del ‘Pistolero’, Iker Bravo è davvero bravo, anzi bravissimo. E ha sfiorato la possibilità di giocare in Italia davvero di un pelo.

Matteo Moretto

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