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Insigne-Toronto, tra tentazioni, dubbi e il consiglio degli amici: come è andata la trattativa

Era nato quasi come uno sparo nel buio. Un tentativo dalla distanza, difficile, magari a giro. Si è trasformato in un gol (ricchissimo). Il Toronto ha inseguito Insigne, lo ha sedotto e alla fine l’ha conquistato: 11 netti a stagione, per cinque anni, più bonus il costo di questo matrimonio. 


Gli amici nel momento del bisogno

Una trattiva sugellata all’hotel St. Regis di Roma, dove il capitano del Napoli ha firmato il contratto con il Toronto, seguito e supportato da Vincenzo Pisacane. Il suo procuratore l’ha seguito e aiutato in questi mesi di riflessione che lo porteranno a cambiare vita dal prossimo primo luglio, con l’obiettivo di superare nel cuore dei tifosi canadesi un’altro italiano, Sebastian Giovinco.

Una trattativa che nasce anche grazie agli amici. Ciro Immobile su tutti. Perché Lorenzo, oltre alla sua dimora abituale a Toronto, potrà sdoppiarsi in una nuova casa a New York, consigliata proprio dall’attaccante della Lazio. Città della quale si è innamorato in vacanza con sua moglie Jessica Melena nel giugno del 2017 e quindi “consigliata” al suo amico fraterno. Un investimento immobiliare che è stato anche il turning point della trattativa per far approdare Insigne in MLS.

Sì perché l’acquisizione della nuova casa negli States è stata seguita da Lino di Cuollo, ex vicepresidente della Lega Calcio americana e oggi consulente proprio del Toronto. E dunque mattone dopo mattone – è il caso di dirlo – si è costruita la trattativa. 


I contratti della separazione

Il nuovo contratto è stato studiato, ispezionato minuziosamente scritto e riscritto da dall’avvocato Dario Bova, dell’omonimo studio legale, e dal collega Francesco Ferrara, che dà il nome allo studio napoletano che ha contribuito a formalizzare questa operazione.

Una stagione terminata con il ritorno in Champions del suo Napoli, per lasciare il più bel ricordo possibile nella città del suo cuore che lo tratterà sempre come uno dei suoi figli prediletti: come testimonia il lungo applauso all’uscita dal campo nel primo tempo della partita contro la Sampdoria. La prima dopo l’ufficialità della separazione. Poi la lunga passerella, la premiazione e l’ultimo gol in casa, al Maradona, contro il Genoa. Ma nulla cambierà nel cuore.

Niccolò Severini

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