Si chiama Angela Rullo, fa l’agente e lavora nel mondo del calcio maschile. Ha grandi ambizioni e per il suo futuro e la sua figura può essere un modello e una fonte d'ispirazione per tante altre donne, ancora poco presenti in questo settore: "Conosco molte avvocatesse sportive che lavorano con le calciatrici, ma agenti femminili che lavorano nel calcio maschile ne ho incontrate poche", ci ha raccontato. "Sicuramente ci sarà un margine di crescita e in futuro credo che ce ne saranno sempre di più perché, come dico sempre, non deve essere una questione di gender, ma di competenze. Il calcio è un business, i club sono come aziende: ci sono donne che dirigono multinazionali, non vedo perché questo non possa accadere nel mondo del calcio. L’approccio di una figura femminile con i club all’inizio suscita un po’ di curiosità e scetticismo, ma quando dimostri di capire le dinamiche del gioco e del business, riesci a dimostrare di essere alla pari dei colleghi uomini: a oggi posso dire di avere la stima di alcuni tra i più grandi club europei. E poi voglio ricordare che Marina Granovskaia, direttore generale del Chelsea, ha appena vinto una Champions League".
La passione per il calcio, la Rullo, l’ha coltivata sin da piccola: "Ho sempre seguito il calcio, sebbene i miei genitori non seguissero i campionati. Ogni domenica era una lotta per convincerli a seguire la Serie A. Poi crescendo sono rimasta sempre più attratta da questo mondo: io sognavo di diventare avvocato, ma poi ho sfruttato le mie conoscenze legali per farne uno strumento di lavoro nel mondo del calcio. Sono riuscita così ad abbinare le due cose. In poco tempo ho raggiunto molti più obiettivi di quanto non immaginassi: ho chiuso moltissime trattative e voglio tenere questo passo".
Il passaggio dell'ex Palermo Malele in Arabia Saudita
L’ultima ha riguardato il trasferimento di Cephas Malele (3 presenze in Serie A con la maglia del Palermo, nella stagione 2012/13) all’Al-Tai, squadra di prima divisione saudita. Una trattativa che ha reso la Rullo orgogliosa, sia per l’esito che per aver avuto la possibilità di confrontarsi con una cultura, quella Saudita, che con il mondo femminile deve ancora compiere necessari passi in avanti: "Prima di andare in Arabia Saudita ho avuto qualche dubbio: lì le donne sono soggette a regole religiose molto rigide. Però guardando nel profondo della questione, è rimasto evidente che negli ultimi anni il panorama sociale saudita è cambiato e sta cambiando. Le donne partecipano più attivamente alla vita della società. Io sono stata accolta bene lì: hanno apprezzato il fatto che io ho utilizzato i loro costumi. All’inizio avevano scetticismo o dubbi per parlare con me, ma poi una volta rotto il ghiaccio la trattativa è andata bene".
Per leggere scetticismo e stupore negli occhi dei dirigenti con cui tratta, però, la Rullo purtroppo non ha dovuto viaggiare in continenti lontani, dove per certi aspetti sociali si è ancora indietro. Alcuni episodi, tristi e spiacevoli, li ha avuti anche con persone che gravitano intorno al nostro calcio: "Un direttore sportivo italiano, non di un top club, ci tengo a precisare, una volta mi ha sbattuto il telefono in faccia. Questi atteggiamenti nei miei confronti non sono mai stati un problema. Se lo fossero stati, avrei già deciso di fare altro nella vita, però con persone come lui ho chiuso i rapporti e sono andata avanti. E sto andando avanti, nonostante spesso sia stata anche insultata. Una volta mi è stato anche detto di fare la manicure e che sarebbe stato meglio che mi occupassi di quello anziché del calcio. Sfortunatamente per queste persone io sono ancora qui e conto di restarci, e la mia manicure è perfetta". Vittoria stracciante.