Su e giù per la fascia sinistra, Federico Balzaretti lo ha fatto migliaia di volte durante la sua carriera. Mai fermo in campo, dotato di corsa e forza fisica fuori dal comune, così lo è anche nel suo percorso successivo a quello da calciatore.
Direttore sportivo del Vicenza
Tanti ruoli ricoperti in pochi anni: dirigente della Roma per quattro anni tra il 2015 e il 2019 e allo stesso tempo apprezzato commentatore televisivo. Poi la chiamata del Vicenza, che lo ha scelto come nuovo direttore sportivo, il suo primo ruolo da dirigente numero uno e non al fianco di qualcun altro.
L'apprendistato con Sabatini e Monchi
Uomo di grandi conoscenze calcistiche, ma anche di forte sensibilità umana, come ci ricorda il gol segnato in un Roma-Lazio con una corsa in lacrime a festeggiare sotto la Curva Sud. Durante gli anni da dirigente a Roma ha potuto imparare da maestri come Walter Sabatini e Monchi: dal primo dice di aver appreso la capacità nel riconoscere i talenti, nell'avere l'intuizione giusta, dal secondo i lati più organizzativi e aziendali che un ruolo del genere richiede. Anni importanti, di formazione sul campo e durante i quali ha studiato alcuni dei talenti più fulgidi del calcio mondiale.
La trattativa per portare Haaland alla Roma
Tra di loro anche Erling Haaland, trattato anche dalla Roma prima del suo approdo al Salisburgo. Era il gennaio del 2019, quando l'attaccante norvegese si mette in mostra a suon di gol con la maglia del Molde: Balzaretti e i dirigenti giallorossi parlano in diverse occasioni con il padre e con l'entourage del calciatore, che però alla fine preferisce l'Austria per avere più continuità. Un 19enne ha bisogno di giocare e Haaland al Salisburgo avrebbe avuto il posto assicurato, cosa più complicata in una piazza esigente come Roma. Il fiuto per i talenti dunque non gli manca, chissà che anche a Vicenza non possa trovare già nel prossimo gennaio il calciatore che aiuti questa piazza a superare un momento di grande difficoltà.
E intanto Balzaretti studia anche per prendere il patentino da allenatore. Così era da calciatore, così ha continuato a essere anche dopo: mai fermo, sempre su e giù, avanti e indietro sulla fascia.