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Lorenzo
Cascini

I segreti del Bodø: storie e retroscena della squadra che ha steso la Roma
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Un miracolo sotto la neve. Questo é quello che ha realizzato il Bodø/Glimt contro la Roma di Josè Mourinho: 6-1 e un’impresa che resterà nella storia della Norvegia settentrionale. Ancora contro una squadra italiana, proprio come nel 1994 quando ad essere sconfitta fu la Sampdoria di Sven Goran Eriksson. Si giocava la Coppa delle Coppe e in campo nei gialloneri c’era Orjan Berg, padre di Patrick che è il capitano e che ieri ha anche trovato il gol. Incroci del destino, con l’Italia in mezzo.  

 


Il Bodø è una piccola realtà che fino al 2017 veniva chiamata “l’ascensore”, perché veniva ogni anno promosso e poi retrocedeva. Ora ha trovato la sua dimensione. Una cittadina di 50mila abitanti, che sarà capitale per la cultura 2024 (la prima sopra il circolo polare artico), si sta togliendo grandi soddisfazioni nel mondo del calcio. Secondo posto nel 2019 e la vittoria del campionato lo scorso anno, con tanto di record assoluto di punti nella storia della prima divisione norvegese. 
I segreti del successo giallonero sono tanti, a partire dall’allenatore Kjetil Knutsen e della sua filosofia: coraggio, pressione collettiva e contropiede. Questi gli elementi essenziali del suo calcio. E poi un rapporto stupendo con i calciatori. Knutsen da quando è stato promosso nel 2018 da vice a capo allenatore ha saputo instaurare un feeling particolare con tanti componenti della rosa: “Sa ascoltarci” disse Berg dopo la vittoria del campionato. Lui come tanti altri è un simbolo del progetto della squadra, formata per il 50% da giocatori provenienti dal settore giovanile o comunque dal nord della Norvegia. Made in Bodø.  

 


La famiglia Berg è l’equivalente dei Maldini da noi, una vera e propria dinastia simbolo per il calcio norvegese. In campo quel giorno contro la Sampdoria, oltre a suo padre Orjan, c’erano anche i suoi zii Arild e Runar. Il nonno Harald è invece considerato il giocatore più forte della storia del club. Leggende. Patrick invece è il capitano della squadra ed è in pianta stabile nella rosa della nazionale norvegese. E pensare che lui a calcio non voleva più giocare. Un paio di anni fa infatti, demotivato dalle poche presenze aveva pensato di smettere: “Ero deluso e arrabbiato, pensato di non riuscire più a trovare gli stimoli giusti”. Ora segna alla Roma ed è sempre più leader della squadra. Anche in nazionale è stato accolto con entusiasmo da Haaland e Odegaard. “Non ci siamo persi una vostra partita” gli hanno detto. Storie di riscatti e rivincite, garantisce Patrick Berg. 


Un altro che può fare da testimone per quanto riguarda il percorso di crescita del Bodø è Erik Botheim. Arrivato in giallonero da svincolato si é subito guadagnato la fiducia di società e tifosi. Gli serviva solo quella, perché le qualità erano note a tutti. Si era perso al Rosenborg, grazie al Bodø ha ritrovato gol e felicità. Aveva fatto tutto la trafila delle nazionali giovanili in tandem con Haaland. Feeling in campo e fuori: i due infatti registrarono una canzone rap dal titolo “Kygo Jo”, che ha raggiunto quota 8 milioni di visualizzazioni su YouTube. Più per i protagonisti che per il testo, ma poco importa. Ieri Erik ha mostrato all’Europa il suo talento. Due gol e 3 assist contro la Roma di Mourinho, con l’allenatore portoghese che ha subito per la prima volta sei gol in un incontro dopo 1008 panchine. Colpa di Botheim.  

 


La seconda svolta, oltre al grande lavoro dell’allenatore Knutsen, l’ha portata Bjorn Mannsverk. Chi è? È il mental coach della squadra, con un passato da pilota di caccia. Totalmente indifferente al calcio, ha saputo dare nuovi stimoli ai ragazzi e toccare le corde giuste. Nell’areonautica militare norvegese ha studiato i benefici dell’allenamento mentale e ha cercato di trasmetterli ai calciatori del Bodø. Conduce sessioni individuali e riunioni di gruppo. Ha poi introdotto la meditazione prima dell’allenamento e i risultati sono andati ben oltre le aspettative. 
Fiducia, un’ idea di gioco chiara e una filosofia societaria ben precisa: dall’alimentazione a base di salmone, al lavoro del mental coach, fino alla voglia di riscatto da parte di giocatori cresciuti prevalentemente nel club o in Norvegia. Questi i segreti del Bodø che ha steso la Roma e si è mostrato all’Europa.

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