Non è arrivata la convocazione all’Europeo di quest’estate per Gianluca Mancini, escluso all'ultimo dalla lista dei 26 azzurri. Il difensore classe ’96 della Roma dovrà aspettare almeno i Mondiali in Qatar del 2022 per partecipare ad un torneo importante con i colori azzurri.
Giusto il tempo di confermarsi ai massimi livelli nella nuova Roma di Mourinho e non lasciare dubbi, perché Mancini sarà un pilastro della Nazionale nei prossimi anni. Ma se il suo percorso di crescita fosse stato diverso?
Ce lo racconta in esclusiva Cristian Bucchi, che lo ha allenato al Perugia quando aveva appena 20 anni: “L’ho avuto da giovanissimo, ma fin da subito aveva sempre voglia di lavorare, imparare e migliorarsi. È un ragazzo eccezionale, di quelli vecchio stampo. È un giocatore intelligentissimo, che può adattarsi in breve tempo in tutti i ruoli. Nasce come centrocampista, per cui ha una lettura del gioco e una tecnica importante. Insomma, è un calciatore moderno”.
Bucchi rimane colpito da quel giovane talentuoso e lo aiuta nei momenti più complicati: “Gli infortuni ripetuti sembravano schiacciarlo. Ma a volte a un calciatore serve solo un po’ più di tempo e con lui è stato così, ero convinto che le sue qualità sarebbero venute fuori”.
Detto, fatto. Mancini diventa oggetto del desiderio di tante squadre di Serie A e fra tutte la spunta l’Atalanta, che nel gennaio 2017 se lo assicura acquistandolo dal Perugia e lasciandolo in prestito fino a fine stagione in Umbria.
Sei mesi dopo, Bucchi diventa il nuovo allenatore del Sassuolo e sogna il suo pupillo come acquisto per la difesa: “Era un giocatore che rispecchiava la filosofia della società: giovane, italiano e di prospettiva. Infatti quell’anno ebbero spazio Scamacca, Frattesi e Marchizza con noi”.
Per Mancini però niente da fare: “Avevamo questo interessamento e così facemmo un tentativo. L’Atalanta però decise di puntare su di lui e di tenerlo subito. Peccato perché sarebbe stato il profilo ideale per la nostra squadra”.
Dopo una stagione di adattamento alle idee di Gasperini con sole 11 presenze, nel 2018/19 Mancini fa il salto definitivo con 30 presenze e 5 gol. Tante squadre lo vogliono e lui sceglie la Roma, nella quale grazie a Fonseca cresce ancora e si conferma fra i migliori difensori del campionato.
Una trattativa che non si concretizza cambia la vita, il percorso del difensore ha così proposto Atalanta e Roma e non Sassuolo. Ma chissà che un giorno, l’allievo Mancini e il maestro Bucchi non possano incontrarsi di nuovo.