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Valentino
Della Casa

"Lo vuoi Maicon al Sona?": la chiamata che non ti aspetti (e cambia tutto)
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Squilla il telefono. “Pronto, Claudio? Sono Thiago. Lo vorresti Maicon al Sona?”. La telefonata è stata più o meno questa. Era lo scorso autunno, l'Italia stava riscoprendo i dolori del secondo lockdown e non si poteva fare altro che guardare avanti. Claudio è Ferrarese, ex calciatore e da qualche anno avviato alla carriera di dirigente. Per ora in D, ma ci sono quei colpi che possono dare la svolta.

 

 

Questione di contatti, di abilità nel sapersi muoversi, di fiuto. Thiago invece è De Souza, ex calciatore professionista di calcio a 5, brasiliano come Maicon, di cui è amico, e collaboratore proprio di Ferrarese. Che fiuta la suggestione. “Perché no?”. Premessa. Maicon, che tra Inter e Roma ha fatto la storia della Serie A nell'ultimo decennio, non ha mai smesso di giocare: fino a pochi mesi fa si allenava nel Villa Nova, in Brasile, agli ordini di un certo Amantino Mancini. Ma questa è un'altra storia che vorremo raccontare. Insomma: è integro, sta bene, ha la saudade inversa, vuole tornare vicino a Milano e pensa che l'Italia possa essere il posto giusto per far crescere calcisticamente il figlio.

 

 

Cominciano le call su Zoom: Ferrarese lascia fare al fidato Thiago, che lo aggiorna quasi ogni settimana. “La facciamo?”. “Secondo me sì”. “Ma se dite che è stato facile, vi ammazzo” ci racconta ridendo proprio il ds del Sona, squadra nel veronese, che ha un progetto davvero ambizioso davanti a sé. Partendo dall'allenatore: “Ve lo dico, Marco Tommasoni sarà un nome davvero importante. È giovane, ha davvero voglia di fare bene” (come Ferrarese, ma questo lo diciamo noi). Poi, la società: “Il presidente Pradella ha appena fatto ultimare i lavori per il centro sportivo, che si affaccia sul Lago di Garda. È il nostro modo per dare il benvenuto a Maicon, vogliamo dare un segnale importante”.

Al lavoro con il figlio

A Sona, Maicon resterà sicuramente fino alla fine di giugno 2021, con il figlio che si allenerà nella formazione Juniores Under 15. “Abbiamo fatto in modo che la trattativa procedesse in maniera naturale, senza forzature. Verso novembre, avevamo smesso di sentirci, poi a dicembre abbiamo accelerato. Io sapevo che era vicino, ma avevo il terrore che qualcosa andasse storto. Mi ero abituato troppo bene all'idea che potesse diventare un nostro giocatore, non volevo illudermi troppo”. 

L'attesa

Tra permessi di soggiorno, documenti, e soprattutto prospettive da presentare a uno che ha vinto il Triplete nel 2010, nulla è facile. Fino all'ultimo, infatti, l'attesa è snervante. Anche in aeroporto: Maicon era già pronto per partire, sette valigie con sé ma nessun imbarco. Il motivo? Le restrizioni sanitarie: nessuno scalo consentito, solo un volo diretto, che sposterà il suo arrivo da Malpensa a Roma. Attesa thrilling per un'operazione già conclusa, che lascia il fiato sospeso fino a quando il giocatore non firmerà il suo contratto.

Biglietto da visita

Ma, ritardi o meno, una cosa è certa: Maicon al Sona è il classico sogno che diventa realtà. Un colpo per la categoria, che arriva a costo praticamente zero anche di ingaggio. Che poi, Maicon ha rappresentato già una sliding door importante per Ferrarese. Il 13 gennaio 2007 era nel Torino, e sapeva che quella sarebbe stata l'ultima partita che avrebbe vissuto da giocatore granata: la squadra allenata da Zaccheroni perse 1-3 contro l'Inter di Mancini, con Maicon che fece una grande partita. Perché sliding door? Perché Ferrarese il martedì successivo, tornò alla sua Verona, salutando la Serie A ma ricominciando a giocare con più regolarità. “Quella volta ci siamo solo sfiorati, oggi invece costruiremo qualcosa insieme”. Un biglietto da visita per sognare la C da dirigente, grazie a contatti, abilità nel sapersi muovere e fiuto. Una conferma dell'esito dell'operazione che arriva il 6 gennaio, nella calza della Befana, insieme con la vittoria contro la Casatese, prima in classifica. Una bella giornata. Da qualche parte bisogna pur cominciare.

di Valentino Della Casa

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