Se l'Italia Under 21 è stata dominante in piena corsa per qualificarsi all'ultima fase dell'Europeo di categoria, nella prima parte, lo deve soprattutto al suo portiere: Marco Carnesecchi.
Con il nuovo corso Nicolato iniziato il titolare è sempre stato lui. Con buona pace di Alessandro Plizzari, amico ma anche rivale in Nazionale praticamente da sempre. Una carriera iniziata nelle giovani dell'Atalanta, ma diventata "seria" a Trapani, prima di prendersi la Serie A con la Cremonese e finire nel mirino della Lazio. Un grazie diverso all'allora ds dei siciliani Raffaele Rubino. Senza timori perchè consapevole delle qualità di Carnesecchi, Rubino lo porta in Sicilia ma lo avverte: "Sei giovane, è la tua prima esperienza da professionista. Ti servirà un periodo di adattamento". Sbagliato. In tre settimane si prende il posto da titolare senza lasciarlo più. "Marco è glaciale, non sente mai la pressione". Dalla culla di Bergamo, a Trapani in Serie B, e che problema c'è? Una stagione che culmina con la retrocessione, ma che almeno per lui si rivela un trionfo.
Ad agosto il ritorno a casa. Causa Covid e recupero dall'infortunio al ginocchio di Gollini, Carnesecchi viene blindato da Gasperini per l'inizio della stagione. "Siamo pochi, rimane qui con noi". Quattro mesi a fare il terzo dietro anche a Sportiello, poi a gennaio un altro prestito. Lo vuole mezza Serie B, ma alla fine la spunta la Cremonese che gli consegna subito le chiavi della porta. Quando il gioco si fa duro, Carnesecchi c'è. Senza riflettori però, quelli li lascia alla squadra. Adesso alla maglia azzurra, di cui è innamorato.