Talento, imprevedibilità e quella sensazione di poter cambiare le partite quando e come vuole. Sulle spalle la dieci del River e un passato difficile tra coltelli e criminalità. Jorge Carrascal è questo e tanto altro. Ora lo segue mezza Europa e lui è pronto a fare il grande salto. Senza dimenticare però da dove tutto è iniziato. Start. Un tuffo nel mondo di Carrascal.
Infanzia tra criminalità e inseguimenti
Cartagena, Colombia. Qui è partito tutto. Una finestra sul mar caraibico, a metà tra Panama e Maracaibo. Posti non facili, in cui si cresce molto presto. Jorge ha solo 23 anni, ma ha già avuto tante esperienze e tanti saliscendi. Storie di rivincita, prima di tutto. Con la stessa qualità che fa vedere ora in campo. “Le opportunità erano poche, non ci sono molte strade possibili. Se non sfondi con il calcio, finisci a rubare o in carcere. Se rimani vivo”. Occhi vispi, di chi ne ha passate tante.
Partitelle in strada, dove troppo spesso la cattiveria prevale sul talento. “Li l’importante non era solo vincere in campo, ma anche cercare di sopravvivere al di fuori. Quando perdono ti inseguono con i coltelli. Ne avevo uno anche io. Devi imparare a difenderti”. Quando si dice fare di necessità virtù. Carrascal è dovuto diventare uomo prima del dovuto, con il River che gli dà fiducia e la possibilità di esordire in prima squadra. Jorge è uno di quelli che prende la palla e spesso fa come vuole. In campo come in strada, stavolta senza coltelli.
Esordio, primi lampi e via giù con i paragoni. “Sembra Neymar”. Anche se non gli sono mai piaciuti. “Tutte stronzate, ognuno ha il suo percorso.” Meglio non montarsi la testa. Nonostante le qualità siano evidenti a tutti. Ora lo cerca la Samp, in passato ci avevano messo gli occhi la Fiorentina e la Juventus del ds Cherubini.
La strada però è stata tutt’altro che facile. Il soprannome Carrascrack non gli viene dato più per il suo talento ma per la rottura del menisco: crack. Tutto rinviato e un calvario alle porte. Tre operazioni chirurgiche, una grave infezione post operazione, febbre e vertigini. “Avrei potuto perdere la gamba se non mi fossi fatto curare subito”. Racconti di chi l’ha superata, facendo un bel respiro e un gran sospiro di sollievo. Poi la ripresa, l’Ucraina e un feeling mai sbocciato con il paese. Troppo fisico, troppo freddo. Non per lui, meglio tornare al River.
Il resto è storia recente. Lo scorso anno ha stupito tutti. Tre gol e tre assist finora. L’Europa lo guarda, tante sono le squadre interessate tra Italia e Spagna. “Il ragazzo si farà” ma, parafrasando De Gregori, le spalle sono tutt’altro che strette. Lo sguardo è quello di chi ne ha passate tante. Ora Carrascal è pronto a farsi valere, come faceva da piccolo in strada tra coltelli e criminalità. Se lo porterà sempre con sé. Strade che raccontano storie.