Chi era Gianluca Vialli: dalla Sampdoria dei record alla Juventus sul tetto d’Europa
La storia e la carriera di Gianluca Vialli, dagli esordi alla Cremonese all’esperienza in Premier League dopo aver vinto tutto in Italia e nel Mondo

Gianluca Vialli è stato uno dei guerrieri del calcio italiano, un giocatore che poteva veramente dire di aver vinto tutto in carriera. Oggi perdiamo uno dei simboli del football italiano degli anni ’80 e ’90, protagonista dello storico scudetto della Sampdoria 1990-1991 e della vittoria dell’ultima Champions League della Juventus nel 1995-1996. Fu amato in tutte le squadre in cui ha giocato, andiamo a scoprire perché.
Chi è Gianluca Vialli: gli inizi alla Cremonese
Gianluca Vialli era nato il 9 luglio 1964 a Cremona, 9 luglio come la data in cui la Nazionale italiana ha vinto il quarto titolo mondiale nel 2006. Sebbene abbia iniziato a giocare come ala, nel tempo Vialli si è affermato come un grande centravanti, dotato di un tiro velenoso, a cui sapeva combinare tecnica, velocità e forza fisica.
Dopo gli inizi all’oratorio Cristo Re, è cresciuto nel settore giovanile del Pizzighettone fino ai giovanissimi, quando la Cremonese lo tessera per 500 mila lire nel 1978 e lo fa esordire nel grande calcio nei primi anni ‘80. Dopo 2 presenze in Serie C1 nel 1980-1981, nella stagione successiva debutta prima in Coppa Italia contro il Napoli ad agosto, poi in Serie B il 27 settembre 1981 contro la Sambenedettese. Il suo primo gol lo segna 15 giorni dopo, nel 3-0 contro la Reggiana. Alla Cremonese l’attaccante aveva totalizzato 103 presenze e 23 gol.
Vialli e la Sampodria: una storia da leggenda
Nella stagione 1984-1985 l’attaccante passa alla Sampdoria per oltre 3 miliardi di Lire. Diventa una delle bandiere del club, giocando 328 partite, con 141 reti e 17 assist, dal debutto in Serie A il 16 settembre 1984 contro la sua Cremonese, fino alla sua ultima partita in blucerchiato, la finale di Coppa dei Campioni persa contro il Barcellona il 20 maggio 1992.

A Genova senza dubbio il capolavoro di Vialli è stato lo scudetto del 1990-1991, quando, insieme a Roberto Mancini, formava la coppia dei “Gemelli del gol” che terrorizzava le difese avversarie. In quel campionato segnò 19 reti e 5 assist in 26 apparizioni, vincendo il titolo di capocannoniere di Serie A.
Alla recente presentazione del docu-film “La bella stagione”, Vialli raccontò quell’annata magica della conquista dell’unico scudetto dei blucerchiati. “Oggi i giocatori sono molto professionali, hanno delle conoscenze e delle mentalità per gestirsi a livello fisico che non c’erano 30 anni fa. Se tu prendi una persona professionale e la coinvolgi anche nel progetto, però, oltre a dare il 100%, darà anche il sangue per quel progetto. Anche questo c’era nella Sampdoria, grazie a quello che ci diceva il presidente Mantovani. Volevamo dimostrare che una squadra provinciale come la nostra potesse vincere lo scudetto”.
Il mancato passaggio al Milan nel 1986
Eppure, la sua storia poteva essere molto diversa. Come raccontato da Adriano Galliani nel corso di un incontro con i tifosi per la prestazione di un libro, nel 1986-1987 Vialli poteva diventare un giocatore del Milan. “Con Mantovani e la Sampdoria – spiegò l’attuale ad del Monza – era tutto fatto. Il ragazzo sembrava convinto e stavamo per firmare. Quando ci chiede: ‘Ma a Milano c’è il mare?’. Noi, consci del fatto che lui sia di Cremona, restiamo spiazzati. ‘Mi spiace, ma senza mare non riesco a vivere. Resto a Genova’”.
Vialli e la Juventus: sul tetto d’Europa
Gianluca Vialli lascia la Sampdoria alla fine del 1991-1992, per accettare l’offerta della Juventus, che ha pagato circa 40 miliardi di lire per strapparlo ai doriani. In bianconero vive il passaggio di consegne tra Roberto Baggio ed Alessandro Del Piero, ereditando la fascia di capitano proprio dal “Divin Codino”.

Dopo aver vinto la Coppa Uefa nel 1992-1993 con Trapattoni allenatore, Vialli contribuisce ai trionfi dello scudetto e della Coppa Italia 1994-1995 dopo 9 anni di digiuno in campo nazionale per la “Vecchia Signora”. La stagione 1995-1996 è il suo capolavoro alla Juve, quando, nel cielo di Roma, alza l’ultima Champions League conquistata dai bianconeri, dopo la vittoria in finale contro l’Ajax. Alla Juventus ha giocato 145 partite, segnando 53 gol e fornendo 23 assist.
L’esperienza al Chelsea e il ritiro
Anche dopo questa finale, Vialli lascia l’Italia e prova l’esperienza in Premier League, al Chelsea, dove gioca 58 partite in campionato con 21 reti, per un totale di 87 partite e 40 gol dal 1996 al 1999. Con i “Blues” ha vinto la Coppa delle Coppe nel 1997-1998 (segnando al ritorno dei Quarti contro il Valerenga), la Supercoppa Uefa successiva, la Coppa di Lega Inglese e la Coppa d’Inghilterra nel 1998, con il doppio ruolo di allenatore-giocatore.

Il 1° luglio 1999 ha appeso le scarpette al chiodo, restando allenatore del Chelsea e vincendo il Charity Shield e la Coppa d’Inghilterra nel 1999-2000. Termina la sua carriera da allenatore nel 2001-2002, dopo una breve parentesi al Watford, per dedicarsi a ruoli dirigenziali e di commentatore televisivo. In carriera ha vinto 16 trofei con squadre di club. E’ stato candidato al Pallone d’Oro nel 1988 e nel 1991, mentre ha vinto il titolo di capocannoniere di Serie A (1990-1991), Coppa Italia (1988-1999) e Coppa delle Coppe (1989-1990).
Vialli in Nazionale
In Nazionale, Vialli ha giocato due Campionati del Mondo, ovvero Messico 1986 e Italia 1990, spedizioni in cui gli azzurri si sono classificati quarti e terzi, senza segnare nessun gol. Nel 1987, però, Vialli vinse il Campionato Mondiale Militare in Italia, ad Arezzo.
Ha esordito il 16 novembre 1985 in Nazionale maggiore e ha giocato 59 partite, segnando 16 reti, tra cui quella decisiva alla Spagna nella seconda partita del Primo Turno all’Europeo del 1988. Nell’ultima partita in Azzurro, giocata proprio il 19 dicembre 1992, ha segnato il gol del provvisorio 0-1 in casa di Malta, prima del raddoppio di Signori, nell’1-2 finale della sfida valida per le qualificazioni all’Europeo.

Prima di essere un dirigente e un uomo spogliatoio, Vialli è stato un grande giocatore, che ha fatto la storia in tutti i club in cui ha militato. Mancherà al grande calcio proprio per il suo essere decisivo nei ruoli che ha ricoperto.