Pelé è stato uno dei giocatori più forti della storia del calcio. Oggi il calcio piange una leggenda, capace di vincere tre campionati del mondo e di far innamorare gli appassionati con le sue giocate. Andiamo a scoprire chi era Pelé, con aneddoti, curiosità e record discussi.
Chi era Pelé
Edson Arantes do Nascimiento, meglio conosciuto come Pelé, era nato a Três Corações, nello stato di Minas Gerais in Brasile, il 23 ottobre 1940. Da calciatore è uno dei più forti giocatori di tutti i tempi, dotato di un gran fiuto del gol.
E’ stato uno degli ultimi rappresentanti della ginga applicata al calcio. Si tratta, nello specifico, del passo base della capoeira, una danza-lotta brasiliana praticata dagli schiavi africani in Brasile come forma di resistenza fisica e culturale.
Il suo soprannome, Pelé, gli fu dato da un suo compagno di scuola, perché la leggenda del calcio mondiale chiamava “Pilé” il portiere della sua squadra, anzi che “Bilé”. “O Rei”, come verrà poi chiamato più tardi dai suoi tifosi, non amava particolarmente quel soprannome, ma ha imparato a conviverci, costruendoci il suo successo.
l successo di Pelè ai Mondiali del 1958
Edson era figlio di un calciatore, Dondinho, che giocò tra il 1935 e il 1952, vestendo le maglie di Ateltico Mineiro e Vasco da Gama, ma che interruppe la sua carriera per un brutto infortunio al ginocchio a 35 anni. Pelè, dopo gli inizi al Bauru e l’arrivo al Santos nel 1956 a 16 anni, iniziò il suo successo internazionale alla Coppa del Mondo di Svezia del 1958: a 18 anni diventò già una leggenda.
Dopo un inizio non brillante nella fase a gironi, complice anche un infortunio ad un ginocchio, dai quarti di finale Pelé si sbloccò, segnando un gol contro il Galles ai quarti, una tripletta in semifinale alla Francia e una doppietta in finale contro i padroni di casa della Svezia. Edson Arantes do Nascimiento è risultato così determinante per il primo trionfo assoluto dei verdeoro in un Campionato del Mondo.
I record in Nazionale e la promessa al padre
Pelé, inoltre, è stato l’unico calciatore ad aver vinto tre Mondiali (1958, 1962, 1970), record che resiste da 52 anni, andando oltre la promessa fatta al padre. “A 9 anni – aveva spiegato in passato – ho visto mio padre piangere dopo il ‘Maracanazo’, la sconfitta del Brasile contro l’Uruguay nella finale della Coppa del Mondo del 1950. Per consolarlo, gli dissi: ‘Papà, un giorno vincerò il Mondiale per te’. Era la sera del 16 luglio 1950”. Promessa mantenuta e triplicata.
Pelé e l’Italia, tra Trapattoni, la delusione del 1970 e Francesco Totti
L’Italia si ricorda bene di Pelé, quelle uniche due volte in cui il Brasile affrontò gli azzurri con la leggenda in campo. La prima volta, il 12 maggio 1963, al “Meazza” di Milano, la Nazionale del ct Edmondo Fabbri batte con un sonoro 3-0 in amichevole i verdeoro campioni del mondo in carica. In quella sfida, a marcare Pelé c’era un certo Giovanni Trapattoni, il quale riuscì a imbrigliare l’asso brasiliano, senza permettergli di segnare alcuna rete.
Anni fa, nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport, la leggenda brasiliana minimizzò sull’accaduto.“Trapattoni – disse – era un buon giocatore difensivo, ma per me quella partita non è stata così importante, era un’amichevole. Mi stava sempre attaccato e a un certo punto gli ho detto ‘Vai a giocare!’. Ho sempre stimato tantissimi calciatori italiani: Paolo Maldini e Francesco Totti sono stati grandi. Totti è il Pelé italiano? Sì, potete dirlo”.
Ci ricordiamo meno volentieri dell’altra volta in cui Pelé affrontò l’Italia. Gli azzurri di Valcareggi al Mondiale di Messico 1970, freschi vincitori della partita del secolo contro la Germania per 4-3, dovettero alzare bandiera bianca in finale: il gol del vantaggio del Brasile fu proprio di Edson Arantes do Nascimiento, detto Pelé, che così trascinò i compagni alla conquista del terzo titolo mondiale personale e della Nazione sudamericana.
Pelé un passo da Inter e Milan
In pochi sanno, inoltre, che Pelé poteva venire a giocare in Italia. Come riportato da Sky Sport, nel 1968 Angelo Moratti, padre di Massimo e all’epoca presidente dell’Inter, provò a mettere sotto contratto “O Rei”, offrendo una cifra definita “folle” dalla stessa leggenda del calcio mondiale. “Ero giovane – spiegò in un’intervista a “La Stampa” – e l’idea mi affascinava. I dirigenti del Santos non accettarono la proposta e respinsero anche le successive”. Si parlava a quei tempi, inoltre, di un tentativo dell’altra squadra di Milano, il Milan, che però gli preferì Amarildo.
Il discusso record di gol di Pelé
Nella sua carriera di club, infatti, Pelé aveva giocato solo con il Santos tra il 1956 e il 1974 e con i New York Cosmos tra il 1975 e il 1977. Secondo la Fifa avrebbe segnato 1281 gol in 1363 partite, comprese quelle giocate in Nazionale, ma si tratta di un record contestato, perché nel conteggio sono state calcolate anche le reti segnate in amichevole. Se si contano solamente le gare ufficiali, Pelé avrebbe realizzato “solamente” 757 marcature ed è al quarto posto di tutti i tempi: lo superano Cristiano Ronaldo (835), Josef Bican (820) e Lionel Messi (808).
Il palmares di Pelé
Al di là della discussione sul record, le sue marcature sono state decisive a vincere, oltre alle tre Coppe del Mondo con il Brasile, 10 campionati paulisti, 6 campionati brasiliani, 5 Coppe del Brasile, 2 Cope Libertadores, 2 Coppe Intercontinentali, la Supercoppa dei Campioni Intercontinentali e il Campionato NASL americano, ultimo titolo conquistato dalla leggenda brasiliana nel 1977 a New York.
Anche se vissuti in due epoche differenti, Pelé è stato sempre accostato a Maradona come i due fenomeni del calcio mondiale del XX secolo: tra il 2020 e il 2022 se ne sono andati entrambi, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori di tanti tifosi e appassionati del football internazionale.