Undici giorni. Tanto è servito al City Football Group per scegliere il nuovo allenatore del Palermo. Dal 27 luglio, giorno in cui Silvio Baldini ha rassegnato le proprie, irrevocabili, dimissioni, al 7 agosto, quando i rosa hanno annunciato il ritorno in panchina dopo cinque anni di Eugenio Corini.
Un modus operandi inedito per il calcio italiano e per Palermo, società abituata nel recente passato alle scelte "di pancia" di Maurizio Zamparini che, in 16 anni di presidenza, ha cambiato (e a volte richiamato) 49 volte i suoi allenatori. Palermo spera di vivere i fasti dell'era Zamparini anche con il City Group, ma bisognerà intanto adattarsi a uno schema completamente diverso e la scelta dell'allenatore ne è l'esempio.
La cronistoria
Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 27 luglio. Salutato Baldini, il City Group affida ad interim la guida della squadra a Stefano Di Benedetto, allenatore della Primavera, per gli impegni in Coppa Italia, e contestualmente inizia un vero e proprio "casting" per una panchina particolarmente ambita, grazie al contesto societario e alla piazza. "Il tempo è necessario, non bisogna avere fretta, altrimenti spesso si sbaglia" disse il presidente Dario Mirri nel giorno della presentazione delle nuove maglie rosanero. Era il 29 luglio, appena l'alba del processione decisionale.
L'impostazione del lavoro è completamente diversa. Si parte da una lunga lista di profili, analizzati dagli scout del City Group che hanno visionato le squadre guidate nel recente passato da questi allenatori. I tecnici sono tanti: c'è Corini, ma anche Ranieri, Semplici, D'Aversa, D'Angelo, Iachini, Vanoli, Andreazzoli, Farioli e Ballardini, oltre alla tentazione De Rossi.
Dopo una prima scrematura, sono iniziati i colloqui con il management del Palermo e il board del City Football Group. La lista si è successivamente ristretta a tre nomi: Corini, D’Angelo e De Rossi. Quest'ultimo è stato in corsa fino alla fine e nei giorni scorsi ha anche seguito dal vivo ad un allenamento del City di Guardiola, insieme a Kolarov.
Poi, però, la scelta finale è ricaduta su Corini. Una decisione tutt'altro che casuale, frutto delle valutazioni che sono state fatte insieme dal board del Palermo e del City Group che si è fidato del suo management italiano scelto per governare il club rosanero, guidato dal direttore generale Giovanni Gardini, che ha ritenuto che questa fosse la scelta migliore per il club.
Corini inizierà a lavorare da lunedì verso la sfida contro il Perugia, in programma sabato al Barbera. Pochi giorni di tempo per il debutto, ma anche la possibilità di lavorare al lungo termine dopo aver firmato un contratto biennale. Sarà una realtà diversa rispetto a quella lasciata nel 2017, quando rassegnò le proprie dimissioni da allenatore con il Palermo ormai vicino al baratro della retrocessione dalla Serie A alla Serie B. Stavolta il compito sarà lo stesso di 20 anni fa: regalare stabilità ai rosanero e sognare il ritorno della massima serie in una piazza che lo ha sempre amato.