Tutto nasce da uno sguardo deciso, un’occhiata a papà Andrè e una promessa: “Datemi un’opportunità, farò il calciatore”. In famiglia qualcuno storce il naso, qualcun altro sorride, ma il viaggio di James Denayer nel mondo del calcio inizia così. Il punto di partenza è la cittadina di Jette, sobborgo di Bruxelles, famosa più per un mercato alimentare patrimonio dell’Unesco e per il pittore Magritte, che per il pallone. Il primo incontro con il grande calcio sarà all’Anderlecht con Lukaku, poi il City di Guardiola a lo porterà via dal Belgio. Decisiva fu un’intuizione in un torneo under 18: “Guida il reparto come un veterano, ci potrà fare comodo”. Denayer, difensore classe ‘95, non se lo fa ripetere due volte e parte per l’Inghilterra. Era già un ragazzone alto, forte fisicamente, con la faccia da bambino e i riccioli che gli coprono il volto. Gli occhi sono gli stessi di quando, dieci anni prima, prometteva a suo papà che ce la avrebbe fatta. Anche se non sarà facile.
Già perché lui al City arriva, è titolare in primavera ma in prima squadra non trova spazio. Guarda il suo idolo Kompany e sogna di giocare al suo fianco un giorno. Questione di riferimenti e modelli da seguire. James intanto è una delle stelline della nazionale belga Under 21, da sempre fucina di talenti. C’è lui dietro, Praet in mezzo con Hazard, Ferreira Carrasco e Origi davanti. Quest’ultimo potrebbe ritrovarselo contro in Serie A, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili insieme. Ma ci torneremo.
Obiettivo mondiale e una continuità da ritrovare
“Hai grandi potenzialità, devi solo aspettare il tuo momento”. Questo gli ripete chi lo segue e gli sta accanto. Così dopo aver girato un po’ in prestito - compresa un’ottima stagione al Celtic in coppia con Van Djik e un anno al Galatasaray - l’occasione arriva. Lo prende il Lione che gli concede spazio e fiducia. James imposta, guida il reparto da solo e sorprende tutti. Sarà la sua isola felice. Tre anni da titolare sia con Gènesio che con Rudi Garcia. Prima nella difesa a 3 poi da centrale di sinistra a quattro. “È un fenomeno, ti sovrasta sia fisicamente che in velocità. È uno dei pochi in Ligue 1 che per fermarti usa l’intelligenza”. Così lo fotografò il preparatore atletico del Lione Rongoni. Oggi, dopo un infortunio alla caviglia che lo ha tenuto lontano dal campo per quasi 6 mesi, Denayer è pronto a ripartire e dimostrare il suo valore. D’altronde in carriera è sempre andata così. L’obiettivo è quello di tornare a giocare con continuità per andare in Qatar con la nazionale. Tutto passerà da questi primi di stagione. Tradotto: impossibile sbagliare scelta. Dall’Italia osservano e studiano l’affondo decisivo.