Lavoro, spirito di sacrificio e voglia di non mollare mai. Valori umani avanti a tutto. Qualità che in Giovanni Di Lorenzo sono emerse fin da subito e che Paolo Giovannini, attuale Direttore generale del Pontedera, ha notato in lui fin da subito. Predestinato.
Tanta testa, metodo e un obiettivo ben chiaro fin da subito: arrivare in alto, magari in Nazionale. Oggi Di Lorenzo è un punto fermo del Napoli e dell'Italia di Mancini, ma la strada è stata tutt'altro che semplice. "Era un ragazzo con doti tecniche e atletiche incredibili - ci racconta Giovannini in esclusiva - lo facemmo esordire in prima squadra a 15 anni. Aveva qualità tecniche fuori dal comune". Esempio. Una storia di quelle belle da raccontare che Giovannini ricorda con orgoglio: "Giovanni è un ragazzo d'oro. Ce ne sono pochi come lui, credetemi. Ha sempre avuto la stessa sicurezza, sia in Serie C che in A. Educato, genuino, mai una parola fuori posto. Ricordo ancora il suo sguardo impaurito quando lo accompagnai a Milano a firmare con la Reggina”. Giovannini era lì e lo ha sempre accompagnato nel suo percorso di crescita.
Arriva quindi alla Reggina e trova il debutto in Serie B. Anche se in realtà la trattativa nacque quasi per caso: "Il presidente Foti mi fece una provocazione, chiedendomi il miglior giovane del nostro vivaio in cambio di due giocatori in prestito. Feci il nome di Di Lorenzo senza alcun dubbio. A Reggio fece benissimo, ma quando la società fallì si trovò praticamente senza squadra e si rivolse a me venendomi a trovare in ufficio. Grazie ad alcune conoscenze lo portai a Matera, dove c’era un bel progetto, pensando che fosse una buona occasione per il suo futuro”
Così fu. Sarà poi l’Empoli, investendo una cifra importante, a credere in Giovanni e ad aprirgli le porte del grande calcio. Una sorpresa per tutti, tranne per chi lo ha visto crescere come Giovannini: “Le sue qualità erano sotto gli occhi di tutti. Ero sicuro che avrebbe fatto il grande salto, non mi aspettavo però che avvenisse in tempi così brevi. Ma é solamente merito suo, del suo talento e della tenacia.”
Già perché Giovanni è sempre lo stesso. Una personalità silenziosa con grande spirito di adattamento.
“A Napoli ha avuto la capacità di imporsi, nonostante inizialmente non fosse una prima scelta. Mostra in campo una sicurezza impressionate, non sente la pressione. Gioca con una naturalezza disarmante. Così si é guadagnato il posto da titolare e la nazionale. Ogni tanto ci sentiamo, mi ha promesso una maglia". Ora potrà dargliene una azzurra, magari dell'Italia con cui ha vinto l'Europeo. Un regalo che varrà come un grazie, per averci sempre creduto.