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Redazione

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Dzeko e la voglia di Inter: una rinuncia che ha permesso la rinascita
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Non solo Romelu Lukaku. Edin Dzeko è diventato la torre di Simone Inzaghi, ma anche il giocatore di cui non può fare a meno. Fu proprio l'allenatore ex Lazio a chiedere espressamente il suo arrivo, dopo l'addio del belga. Ma come si è concretizzato il suo arrivo all'Inter nel 2021, dopo due stagioni di flirt mai andato in porto?

Prima dell'amichevole contro la Dinamo Kiev, il 14 agosto 2021, era già tutto fatto, con un indennizzo di 1.5 milioni di euro alla Roma in caso di qualificazione in Champions dei nerazzurri. Ma mancava ancora l’ultimo passo per renderlo a tutti gli effetti un giocatore dell’Inter.

L’ufficialità è slittata perché all’entourage del giocatore, una volta compilati i documenti con l’Inter, è arrivata una mail dalla Roma che chiedeva a Dzeko di firmare una sorta di liberatoria, accettando di rinunciare al suo stipendio con i giallorossi per il mese di luglio e i primi 10 giorni di agosto.

Tale richiesta ha causato risentimento all’attaccante bosniaco, sia perché questa rinuncia non era stata pattuita, sia perché comunque lo stipendio di quei 40 giorni, considerato il suo ingaggio alla Roma da 7.5 milioni all’anno, non era un dettaglio da poco.

La situazione si è potuta sbloccare quando Dzeko ha accettato di rinunciare a metà del suo stipendio per il mese di luglio e ai primi 10 giorni di agosto (ovvero a circa 500mila euro netti, che corrispondono a 1 milione di euro lordi) pur di confermare la sua ufficialità in nerazzurro e scendere in campo immediatamente (con tanto di gol).

Il nulla osta infatti è arrivato a ridosso della partita e il nuovo numero 9 dell’Inter si è subito sistemato al centro dell’attacco di Simone Inzaghi. Per lui 45 minuti in campo da titolare, un gol e la sensazione di poter fare ancora male a tante difese nonostante l'età. Sensazione già confermata nei primi mesi in nerazzurro.

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