Storie di scaramanzie, cartomanti, maghi, spiriti e incontri con Dio durante la notte. Nel mondo del calcio, nel corso degli anni, di cose del genere se ne sono viste a bizzeffe. Strane, stranissime, a volte addirittura da non crederci. Da Taribo West che disse a Lippi di farlo giocare perché glielo aveva detto Dio - con tanto di risposta “che strano a me non ha detto nulla” da parte del mister - fino ai riti voodoo delle madri di Lukaku e Adebayor o ancora agli stregoni a cui si affidava il colonnello Lobanovskiy per far vincere la sua Dinamo Kiev. Le regole in quel caso erano due,molto semplici: nessuna donna poteva salire sul pullman e nell'undici di partenza ci deve sempre essere un calciatore con i capelli rossi. In sintesi, riti sui generis e dove trovarli.
L’ultimo in questo senso riguarda Kingsley Ehizibue, esterno olandese con passaporto tedesco, arrivato in estate all’Udinese di Sottil. E fin qui nulla di strano. Il caso particolare riguarda la prima volta che il classe 1995 è stato vicino alla Serie A.
Andiamo con ordine. È il 2019 e il Genoa del ds Perinetti ha chiuso per questo ragazzone che gioca e corre in Olanda sulla fascia destra del Pec Zwolle. È tutto fatto, il giocatore è atteso a Genova per ora di pranzo in una fredda giornata di fine gennaio. Ma una tormenta di neve rallenta le operazioni e fa slittare l’arrivo al giorno dopo. Un’odissea. E non è finita. Già, perché la mattina arriva il definitivo colpo di scena. “Non posso venire qui, direttore mi scusi. Ho capito che questo non è il mio posto”. Ma davvero? “Si me lo ha detto Dio. L’ho visto stanotte in sogno”. Si strabuzza gli occhi e piange mentre i dirigenti rossoblù sono a bocca aperta. “Ma tutti a me capitano?”. Sentenzia il direttore sportivo ad alta voce, stizzito. Il ragazzo poi sceglierà il Colonia, magari stavolta con il benestare del Signore. Sipario.
In estate Ehizibue è tornato in Italia e oggi ha segnato un gol preziosissimo in Serie A, contro il Milan. Ha esultato con le braccia al Cielo. Di sicuro gli sarà tornato in mente il clamoroso dietrofront di quattro anni fa.