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Valentino
Della Casa

La punizione che cambia la vita: Eriksen e quelle proposte non accettate
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Quando pochi centimetri possono cambiarti una stagione. Ora il calciomercato può davvero aspettare, e forse nemmeno più ripresentarsi. Eriksen e l'Inter stanno provando a legare. Dopo il derby di Coppa, ci provano ancora di più. Quasi un anno fa, proprio contro il Milan (in campionato), una sua punizione si stampò sulla traversa. Contro Tatarusanu non è andata proprio così.

 

 

Destro perfetto, palla all'incrocio dei pali. In venti secondi, la sua vita all'Inter sembra aver preso una traiettoria tutta diversa. Quasi perfetta, come quella punizione. E pensare che a inizio gennaio poteva essere tutto diverso. L'Inter aveva, per bocca di Marotta, l'intenzione di valutare possibili opzioni in uscita, che a lui e ad Ausilio sono state anche recapitate ma subito rispedite al mittente.

 

 

Il primo contatto era stato con il Tottenham. Gli Spurs rivolevano indietro il danese, ma si erano fatti avanti per un prestito gratuito. Un'offerta irricevibile per l'Inter, quasi infastidita per il tentativo. Un po' meglio è stata invece la proposta del Leicester.

 

 

4 milioni di prestito oneroso e tutto lo stipendio pagato dagli inglesi. Non ha funzionato: Eriksen, che si è trasferito da meno di un anno in Italia, avrebbe perso una serie di benefici fiscali derivati dal decreto crescita. Sarebbe servito un ingaggio molto più alto per riuscire a convincerlo e il Leicester, dopo un po', ha deciso di fermarsi.

L'idea Roma

Interrotta la pista inglese, se ne sarebbe potuta aprire una italiana. Ve lo immaginate in giallorosso? L'agente Lucci, che segue Dzeko, ci aveva provato: scambio Inter-Roma tra due giocatori che hanno qualche problema con i rispettivi allenatori, ma l'Inter non è mai stata convinta. Si sarebbe potuto lavorare a un prestito per sei mesi, per capire come sarebbe andata. Niente.

 

  

E arriviamo al derby. Dopo cinquantacinque tentativi su punizione, Eriksen segna. Il gol più bello in una delle partite più importanti. “L'ho detto tante volte: questi siamo e questi resteremo. Christian è al centro del nostro progetto”, ha detto Conte. Porte chiuse a tutti, senza se e senza ma. Quei centimetri, sì, hanno fatto la differenza.

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