Quando lo riporta al Milan per l’ultima volta, riesce ad organizzare persino un incontro stile “amanti nascosti in un parcheggio”. E per di più alla vigilia di una partita, nel ritiro di Firenze. Roba da film, anzi da sito di tresche. È il 22 agosto 2015, il Milan di Mihajlovic è riunito in hotel nel centro della città. Il giorno dopo perderà 2-0 contro la Fiorentina di Paulo Sousa, gol di Alonso e Ilicic. Galliani ha strategicamente apparecchiato tutto, rivuole Balotelli in prestito, ha già l’ok del Liverpool, ma gli manca un impulso.
Quello del suo allenatore, che conosce bene Mario dai tempi dell’Inter e vuole incontrare il suo ex allievo prima di dare il via libera finale. E come si fa? Sinisa cena con la squadra, come sempre, poi esce a passeggio con il suo vice Sakic. Lo aspetta un Van parcheggiato non troppo lontano dall’albergo, quanto basta per non dare nell’occhio. Mihajlovic sale con il suo collaboratore mentre un autista li porta in un luogo che doveva e deve rimanere segreto.
L’auto arriva e ne trova un’altra in attesa, lavata di prima mattina, con le luci accese e i motori che fumano. Dentro c’è Balotelli. Pronto al confronto che determinerà il suo ritorno in rossonero: “Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Mario -ha raccontato in varie occasioni Sinisa- e avrei voluto portarlo con me anche a Bologna, ne abbiamo discusso una volta a Manchester. Una volta mi fece un gol su punizione, poi a fine partita venne da me per salutarmi e lo mandai a quel paese: l’ho allenato tante volte sui calci piazzati ed è servito, ma avrebbe potuto evitare di segnarmi quella volta. Ai tempi della Pinetina, ricordo che inizialmente li tirava lenti ma precisi o forti senza precisione. E così non andava bene. Ma poi è diventato perfetto. Come? Gli sistemavo il pallone al termine degli allenamenti e lo facevo tirare per colpire un paletto, abbinando la precisione con la forza”.
I due amanti si riabbracciarono, così Galliani poté battezzare l’ennesimo tentativo di consacrare quel talento sprecato. Andò male. Ma una nuova occasione si concede sempre, soprattutto quando vuoi davvero bene a qualcuno. Perché magari lo vedi fragile, pensi che alla fine sia un bravo ragazzo, maledici quelle compagnie che sicuramente non l’hanno aiutato.
È così che Galliani ci riprova, storia di qualche mese fa, questa volta per portarlo a Monza. Al cronista che scopre la notizia chiede di aspettare qualche ora, il tempo di incontrare a pranzo (questa volta nella sua casa milanese in Brera) il figliol prodigo. Inizialmente vorrebbe proporgli prima di allenarsi un paio di settimane, senza firmare nulla, solo per capire se davvero vuole giocare sul serio. Per poi tesserarlo regolarmente.
“Non posso fare figuracce. E non può farle manco lui. È l’ultima delle ultime occasioni”, confida in quelle ore Galliani, che chiama anche Prince Boateng per farselo alleato. “Dovrai essere il suo fratello maggiore: se ti prendi questa responsabilità vado avanti, altrimenti lascio stare!”, il suono assomiglia a quello di una minaccia. “Si fidi di me boss, ci penso io. Con me non sgarra”, la promessa di Kevin. Che ha un rapporto speciale con l’amico Mario, retaggi di Milan, te ne accorgi spulciando le varie storie e i post che si dedicano a vicenda sui social.
Galliani ci prova ma Raiola non ci casca: niente prove, provìni, test o altro del genere. “Non voglio commissioni per me, solo che Mario firmi subito e torni protagonista”. Per il Monza, da portare in A, e per Balotelli, da riportare in copertina, questo e altro. In un paio d’ore si chiudono intese ed accordi, verso le 15.30 parte la telefonata promessa a chi aveva ricevuto la soffiata giusta. “Sono Galliani: Habemus Papam, habemus Mario... se passa lunedì le visite sarà un nuovo giocatore del Monza! I signori qui non hanno voluto accettare, dico giustamente, di fare un periodo di assestamento... quindi ho deciso di definire tutto adesso, ah aspetti che le passo Mario”. Con quella voce inconfondibile, e per nulla simpatica. “Io non parlerò più con i giornalisti, te lo dico”. Amen, caro Mario. Why always you?
Un'esperienza a Monza contraddistinta dalla...velocità. 4 minuti e subito il primo gol, contro la Salernitana. Non solo rapidità, ma anche problemi fisici che lo hanno tenuto spesso fuori. Le reti di Balotelli, però, sono tutt'altro che banali. Prima la Salernitana, poi il gol decisivo contro il Chievo e, infine, due gol in dieci minuti di nuovo contro la Salernitana (il primo neanche 60 secondi dopo il suo ingresso in campo). Una doppietta che mancava dal 30 marzo 2019, quando vestiva la maglia del Marsiglia in Ligue 1. Una massima serie che vuole ritrovare in Italia, sul campo, con la maglia del Monza.