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Lorenzo
Cascini

Alla scoperta di Gerard Yepes, l’ultimo baby lanciato dalla Samp all’Olimpico
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Quanto sei bella Roma, quando è sera’ cantava Venditti. Ancora più bella lo sarà stata, nella serata di ieri, agli occhi di Gerard Yepes Laut, l’ultimo baby lanciato da D’Aversa nel finale della sfida dell’Olimpico. Data segnata con il cerchietto rosso e punto di partenza. Che sia la prima di tante in Serie A. In tanti ne sono convinti, ora starà a lui dimostrare di essere all’altezza. 

 

Va fatto però un passo indietro. Flashback. Estate 2018. Gerard Yepes aveva 16 anni e già rubava l’occhio. Arriva alla Samp dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili dell’Espanyol. La sua squadra del cuore. Suo papà ne è tifoso da sempre, ma ci torneremo. Da Barcellona a Genova, per inseguire un sogno e dimostrare il suo valore. Questione di fiducia, che in blucerchiato ha trovato fin da subito. “Mi stupì fin dal primo allenamento per la rapidità di gioco e per la capacità di dettare i ritmi in mezzo al campo”. Parola del suo primo allenatore alla Samp, Felice Tufano che lo ha poi portato fino in primavera. Lungimiranza.  

 

Un po’ Ekdal, un po’ Torreira 

Yepes alla Samp di modelli da studiare ne ha avuti tanti, sia presenti che passati. Ekdal e Torreira su tutti. Con il primo ha avuto anche il piacere di allenarsi da quest’anno, il secondo invece è sempre stato da sempre il suo punto di riferimento sia per caratteristiche fisiche che tecniche. La meraviglia di essere simili. Entrambi piccoletti, ma con grande forza e con tanta garra. Anche se il viaggio di Gerard è appena iniziato. Prima fermata fatta, quella più importante, in cui vince l’emozione e di cui spesso non ricordi nulla.  

 

Dinamismo, tecnica e semplicità nelle giocate. “Ha la qualità di rendere facili le cose difficili, anche sotto pressione”. Questo dicono di lui, che intanto apprende e studia nel laboratorio blucerchiato di D’Aversa. Che lo ha lanciato e che intende dargli fiducia. Gerard può giocare sia da centrale che da mezz’ala, nelle giovanili all’occorrenza ha fatto anche il trequartista. Ora l’obiettivo è esordire davanti alla gradinata sud, che è il suo desiderio da sempre. Anche appena arrivato disse “Sogno di giocare al Ferraris”. La strada è quella giusta, bisogna solo seguirla nel modo giusto.  

 

Espanyol squadra del cuore, con il Barca grande rivalità 

Sono 860 chilometri che separano Genova e Barcellona, le città della sua vita. In quest’ultima Gerard è cresciuto e la sua famiglia ci vive da generazioni. Sono molto uniti e tutti rigorosamente tifosi dell’Espanyol. E il Barca? Meglio cambiare domanda. “Mio nonno era del Real Madrid, tutto il resto della mia famiglia è invece tifosa dei “Periquitos”. Viene da se verso i blaugrana non c’è mai stato amore. Neanche a Genova li amano: il ricordo di Wembley e della punizione di Koeman è sempre vivo. Una ragione in più per non amarsi. Yepes te lo racconta così, con il sorriso e gli occhi vispi. Lo sguardo di chi sa dove può arrivare. Ieri all’Olimpico è stato fatto il primo passo.

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